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Fu innalzata da
Pietro Lombardo nel 1496, ed è alta piedi 87 e larga 18. Dividesi in tre ordini
corinzi, il primo dal basso in su ha nel mezzo un quadrante, il secondo una
loggia semicircolare con in mezzo la statua di N. D., il terzo un leone alato.
(nel 1797 invece della leggenda: «Pax tibi Marce evangelista meus», lasciò
leggere queste altre parole: “diritto dell' uomo e del cittadino”. Sotto la dominazione austriaca si ritornò alla
prima dizione). Sulla sommità della torre sorge un elegante pianerottolo, dove sta una campana, sulla quale i Mori, figure colossali in bronzo, battono con grossi martelli le ore. Il meccanismo fu eseguito da Gian Paolo e Gian Carlo Rinaldi di Reggio nel 1499 e rinnovato nel 1755. Le due ali della torre furono innalzate qualche tempo dopo di essa e se non sono di Pietro Lombardo, sono però d'alcuno della sua scuola. L'architetto Andrea Camerata, o secondo altri il Temanza, le ristaurò nel 1757. Da una delle porticine laterali alla statua di N. D. escono in determinati giorni quattro figure, mercé un meccanismo, le quali rappresentano un angelo, e i tre re Mori che dall' Oriente si recarono, guidati da una stella, ad ossequiare il re dei re nato in una stalla. L'angelo con una tromba li precede ed essi, giunti in faccia la Vergine, si tolgono la corona, si chinano e rientrano nella torre per l'altra porticina. http://www.museiciviciveneziani.it/frame.asp?musid=1&sezione=musei |