Il PATER NOSTER di Igor Strawinskij nel repertorio del Coro Marmolada

La parola al maestro

di Claudio Favret

 

Martedì 6 novembre, in occasione della celebrazione liturgica in ricordo dei nostri maestri e di tutti i coristi del Marmolada “andati avanti”, abbiamo eseguito per la prima volta in pubblico l'ultima nostra “fatica”. Si tratta del celeberrimo “Pater Noster” di Igor Stravinsky.

Erano anni che avevo in animo di tentare di eseguire con il nostro coro un brano così impegnativo e così distante dalla classicità del nostro repertorio di canti di ispirazione popolare, ma, una serie di dubbi mi avevano sempre trattenuto dal farlo.

Il primo dubbio che mi assillava era su come avrebbero reagito i coristi  a questa musicalità e sonorità così distanti dalla nostra tradizione, perché è assodato che se il nostro coro, non “sente” un brano, per quanto valido possa essere, non si riesce ad acquisirlo. Nel corso degli anni, e questo lo sanno bene tutti i coristi passati e presenti, è accaduto molte volte.

Un altro dubbio riguardava la capacità del coro, come diceva Lucio a proposito del “Puer natus”, a “togliersi il cappello di alpino ed indossare mentalmente il saio” che, tradotto in altre parole, sta a significare la capacità di cambiare totalmente gli schemi esecutivi ed interpretativi. Di non poco conto erano le difficoltà tecniche rappresentate in alcuni punti da dissonanze e successioni di accidenti musicali.

L'ultimo riguardava me stesso; sarei riuscito a tradurre attraverso la gestualità e le indicazioni tecniche tutto quanto necessario per eseguire in modo adeguato tale brano?

Ed una sera di fine maggio, quasi al termine della prova, ho lanciato il sasso. Ho proposto la lettura delle prime quattro battute del brano: “Pater noster qui es in coelis” dalle quali emerge immediatamente tutta la moderna musicalità del brano.

Direi che, quasi come per incanto, i coristi sono rimasti affascinati dalle sonorità e dalla musicalità del brano, e questo mi ha convinto a proseguire nello studio del brano.

La lettura e l'apprendimento del brano è stata molto veloce, sintomo questo di un notevole gradimento.

Conclusa l'acquisizione del brano, risultava fondamentale curarne l'esecuzione e l'interpretazione.

Ho spiegato ai coristi che Stravinsky possedeva una forte personalità ed uno stile molto originale legati alla capacità di reinterpretare e rielaborare la musica tradizionale.

In questo caso, il Pater noster tratto dalla tradizione gregoriana, pur essendo stato così modernamente rielaborato, a mio giudizio, andava eseguito rispettando la metrica del testo tipica del canto gregoriano con il massimo controllo dell'emissione sonora, la massima fusione tra le varie voci ed una dinamica musicale che non poteva rimanere vincolata nella metrica delle battute.

Abbiamo lavorato molto, ed alla fine ci siamo presentati al pubblico. Saremo riusciti nel nostro intento?

Al nostro pubblico la risposta.

A conclusione di tutto quanto sopra voglio esprimere a tutti i coristi il mio ringraziamento per l'impegno e partecipazione dimostrata.