

RAVEO Il sindaco Ariis: «Adesso siamo finalmente tranquilli, siamo stati come David contro Golia e la ragione ha prevalso»
| Vittoria del Comune contro la cava
| Il Tar ha depositato le motivazioni delle sentenze con cui riconosce i motivi della protesta |
| Sabato 20 Dicembre 2008, | Raveo
Raveo ed il suo splendido paesaggio sono definitivamente salvi. Le
ragioni del Comune, della cittadinanza e degli ambientalisti sono
prevalse su tutti i fronti, bloccando così definitivamente ogni
ulteriore possibilità di realizzazione di una cava di gesso in località
Chiarzò nel territorio comunale avanzata a fine anni ‘90 dalla Cps, del
gruppo trevigiano Grigolin. Il Tribunale amministrativo regionale ha
depositato infatti ieri le motivazioni delle quattro sentenze
deliberate il 26 novembre scorso, relative all’annosa vertenza: due
relativi ai ricorsi fatti dal Comune di Raveo, dal Wwf e da privati
cittadini per ottenere l’annullamento della valutazione di impatto
ambientale e relative delibere della Giunta regionale, accolti con
formula piena; due relative invece ai contro-ricorsi fatti dalla Cps
contro lo stesso Comune e contro il Parco Intercomunale delle Colline
Carniche che sono stati rigettati e respinti. «Un risultato
importantissimo, la vittoria di Davide contro Golia – commenta più che
soddisfatto il primo cittadino di Raveo Daniele Ariis – abbiamo
ottenuto delle sentenze che sono davvero significative in quanto hanno
confermato la bontà delle nostre scelte e che ci lasciano tranquilli
per il futuro». «Non penso –
aggiunge Ariis – che il gruppo abbia ancora voglia di continuare questa
battaglia anche perchè di recente ha acquistato il sito estrattivo di
Entrampo di Ovaro, ritengo quindi che non si possa trasformare la
Carnia in una terra di cave di gesso di milioni di metri cubi». «Per
quanto ci riguarda siamo pronti ora a riprendere in mano con serenità i
percorsi avviati per la valorizzazione del nostro patrimonio ambientale
ed urbanistico – conclude il sindaco – intanto domenica con Sapori di
Carnia festeggiamento doppio». D.Z.
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