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Domenica, 19 Ottobre 2003

Sulle cave i "conti" non tornano

Introiti inferiori a quelli previsti in Bilancio. L’opposizione: "Inoltre sfregiano il territorio"

Spilimbergo

Scontro tra maggioranza e minoranza sul tema delle cave. Sono tre quelle in attività nel territorio di Spilimbergo, e già questa presenza è sempre stata vista negativamente dai gruppi politici di opposizione. Ma a questo elemento si è aggiunto recentemente anche l'amara sorpresa che il loro gettito per l'erario comunale è inferiore alle attese. E tanto è bastato a far rinfocolare i contrasti nel palazzo comunale.Alla base del problema, come ha avuto modo di spiegare il sindaco, c'è una crisi che ha investito ultimamente il mercato della ghiaia: meno richiesta, meno scavo e meno soldi al comune. Il quale ha dovuto prenderne atto e si è affrettato a rivedere al ribasso il bilancio di previsione in questo settore. Le cave costituiscono, infatti, una delle fonti di entrata per l'ente pubblico. Tre quelle operanti. La più vecchia è quella denominata La Rojuzza, gestita dalla ditta Confbeton, la cui attività è incominciata nell'ottobre del '99. Il contratto ha una durata di quattro anni e vi si contempla una capacità di 689.000 metri cubi di materiale complessivo. A tutt'oggi sono stati estratti però 390.000 metri cubi, pari a circa il 56\% del totale. Per questa, come per le altre attività estrattive, è tuttavia in vista una proroga di tre anni, come stabilisce la legge regionale 13 del 2002, che le consentirà perciò di sfruttare il giacimento in modo completo.È gestita invece dalla Confbeton Inerti la cava Vallata, la cui attività è incominciata nel maggio 2000 e che è al 34\% della potenzialità, su 1.700.000 metri cubi di capacità complessiva (nel corso di tutto il 2003 si prevede che possano venire estratti 205.000 metri cubi). Il contratto in questo caso è di 7 anni, salvo sempre la possibilità di ottenere un prolungamento di tre anni. Infine, la cava più grande di tutte è quella dell'ex cantiere Rovina, tra Istrago e Tauriano, gestita dalla società Ariec. Questo impianto ha una vicenda assolutamente diversa dagli altri, dal momento che l'attività estrattiva è stata concessa in modo da consentire l'opera di bonifica del cantiere, che era disseminato di ordigni inesplosi e altro materiale pericoloso, ancora a molti anni di distanza dalla tragica esplosione del '79.Questa operazione di pulizia è stata completata dall'Ariec nel '99; la coltivazione della cava era incominciata successivamente nel marzo del 2000. Il contratto ha la durata di 10 anni e prevede una capacità di quasi tre milioni di metri cubi di materiale: per la precisione 2.930.000. Lo sfruttamento è giunto a una progressione del 31\%: si tratta in questo caso dell'unico dei tre impianti in cui i lavori procedono secondo le previsioni. Nel 2002 le tre cave avevano fruttato al comune la cifra di 232mila euro (circa 19 mila la Rojuzza, 81.500 la Vallata e 131.700 la Rovina), in ragione di 2,39 euro a metro cubo. Per l'anno in corso, come detto, la cifra sarà decisamente inferiore. Ma le contestazioni dell'opposizione, e in particolare del gruppo dell'Ulivo, si indirizzano anche ai rischi ambientali che derivano dall'escava zione. Su questo punto però il sindaco Soresi è stato molto deciso: "Non c'è nessun pericolo che le cave possano essere utilizzate come discariche; gli impianti saranno invece bonificati con un'opera di piantumazione. Nel caso specifico della Rovina il recupero ambientale è previsto nell'arco di un biennio, al termine dell'attività estrattiva (si parla perciò del 2009-2010)".

Claudio Romanzin