CAVA
RAVEO: MANIFESTAZIONE A TRIESTE SOSPESA
IN
ATTESA DI VERTICE REGIONALE
E’ stata momentaneamente sospesa, in considerazione dell’apertura
concessa dai Capigruppo delle forze politiche in Consiglio Regionale, che
mercoledì 23 marzo incontreranno una delegazione del Comune di Raveo, la
manifestazione pubblica degli abitanti della vallata carnica in lotta contro il
grave e incombente pericolo dell’apertura di una cava sul loro territorio
A seguito di un lungo e serrato dibattito popolare è prevalsa la
buona volontà di una cavalleresca risposta bilaterale, nonostante la
consapevolezza di un fronte più ampio. Si è così inteso considerare
l’appuntamento con i Capigruppo regionali, come fondamentale per fare
comprendere alla nostra gente quanto ai suoi rappresentanti sta davvero a cuore
la realtà carnica e l’ormai noto Progetto Montagna. Ciò, non sottace la
raggelante sensazione che la questione, sottratta alle problematiche proprie,
che sono ambientali, occupazionali e di reale sviluppo, sia andata spostandosi
sul piano politico, se non addirittura di interessi che non spetta a noi
individuare, ma che, non per questo, ci esimeremo, nel caso, dal chiedere di
accertare.
A domandare il momento di confronto, ottenuto per questa settimana,
quando già fervevano gli ultimi preparativi per far giungere la nostra protesta
a Trieste, è stato il Sindaco di Raveo.
Il Primo Cittadino ha chiesto a tutti noi di credere per l’ultima
volta, prima di lasciare il campo alla vox
populi, alla possibilità di un confronto leale e di una soluzione che corra
attraverso una collaborazione con le forze politiche che siedono in Consiglio
Regionale, rinviando ad un momento successivo la manifestazione prevista.
Questo, per permettere un dialogo sereno e proficuo, scevro da pressioni
esterne, anche se tale lealtà sarà soltanto bilaterale, quindi, secondo quanto
abbiamo compreso, sarà un’apertura nostra e dei Capigruppo regionali, pur
stante l’auspicio di un disinteressato interessamento a livello esecutivo.
Non è semplice far rientrare la rabbia e la volontà ferma di portare
la propria voce laddove “si decide di non decidere”. Non è semplice fermare una
folla inferocita già pronta a partire, ma ci siamo riusciti.
Non nascondiamo come la nostra fiducia sia già stata messa a dura
prova, se non addirittura tradita,
dalle recenti evoluzioni acrobatiche della pratica della cava di Raveo
scomparsa ben due volte dal tavolo della Commissione regionale
tecnico-consultiva VIA senza motivazioni ufficiali e senza la possibilità di
ricevere ancor oggi chiarimenti neppure sulla data in cui, da qualche ufficio
ed a nostra insaputa, si deciderà del nostro destino.
Comprendiamo tuttavia che il nostro primo cittadino voglia essere
sicuro di aver percorso tutte le strade percorribili perché i vari
rappresentanti politici recepiscano chiaramente il messaggio proveniente da
Raveo e si comportino di conseguenza, ma soprattutto per trovare risposte
precise su quanto è accaduto alla pratica di Raveo e sugli sviluppi futuri
della stessa. Certamente un obiettivo che abbiamo in comune.
Abbiamo accettato per questo e per l’impegno dimostrato dal Sindaco
di Raveo in questa battaglia quello che per noi, a meno che dall’incontro
previsto non escano risposte ufficiali chiare e inequivocabili, rimane comunque
uno “slittamento” di quella protesta già predisposta nei minimi particolari ed
appoggiata con convinzione dalla gente ormai indignata.
Riferendoci poi alle dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa da
Maurizio Grigolin, secondo cui sarebbero risibili i rischi che l’attuazione del
progetto comporterebbe, ci piacerebbe molto che si trattasse (come lui
ignorantemente afferma) solo di voci:
accade, invece, che fior fiore di perizie realizzate anche da
specialisti operanti nell’ambito C.N.R. ne testimoniano l’esistenza.
Quanto agli studi presentati dal Gruppo Grigolin che su di essi
avrebbe tanto investito, vale la pena di ricordare che la stessa Regione Friuli
Venezia Giulia ha chiesto integrazioni allo Studio d’impatto ambientale
presentato perché fortemente carente. A ciò si aggiunga l’opinione
assolutamente negativa dei nostri tecnici che increduli ci chiedevano, mentre
le stavano sfogliando, di fornirgli le vere perizie fornite dal Gruppo Grigolin
alla Regione; ma quelle perizie proprio non c’erano. Non possiamo neppure
tralasciare le consistenti relazioni relative all’alluvione del 1966 che
investì l’area di cava e la nostra frazione ma neppure i miliardari interventi
effettuati dalla Regione per risolvere le frane insistenti sulla zona. Voci… Ma
voci di chi? Per una volta che i Grigolin, presentatisi anche in incognito in
un’assemblea pubblica a Raveo e sempre incombenti attraverso loro giannizzeri,
si sono messi alla scoperto con una loro firma su un quotidiano, lo hanno fatto
per definire delle vere perizie scientifiche “delle voci”: noi, a differenza di
loro, operiamo da sempre alla luce del sole; inoltre, operiamo con onestà e da
sempre ci firmiamo (e le prove le abbiamo in quelle che, con un eufemismo
esageratamente elegante a fronte della cruda realtà, vogliamo ancora limitarci
a definire “pressioni”).
A tal proposito ne abbiamo abbastanza di ricostruzioni storiche
forzate, senza nemmeno la parvenza del pudore di essere state studiate a
tavolino, tanto sono sballate e false; basta con i giudizi al vento, privi di
quel buon senso che renderebbero un imprenditore più affine a quell’immagine
illuminata che qui la sua categoria continua generalmente a cercarsi di dare a
queste latitudini; basta con le subdole e fasulle promesse occupazionali.
Di fronte a simili comportamenti la nostra contrarietà non può non
accrescersi di giorno in giorno, constatando il totale disinteresse e quasi
stizza da parte del Gruppo Grigolin per la comunità locale che si permette di
dissentire. Quasi che dovessimo anche credere a quella “pubblica utilità” che
Grigolin tenta, tanto disperatamente quanto inutilmente, di sbandierare. Dicano
su quante dita di una mano sta veramente quell’utilità e di chi è; nell’attesa,
rimaniamo pronti a dar seguito alla protesta sospesa e ringraziamo per la
pazienza la popolazione e per l’attenzione i mezzi d’informazione che ci
assistono ed i Capigruppo consiliari della Regione, sperando presto anche di
potere ringraziare l’Assessore regionale Moretton che ci risulta
preoccupantemente irraggiungibile anche dal nostro concittadino eletto a
Sindaco. Porgiamo cordiali saluti e
come sempre ci firmiamo:
Comitato contro la cava di Raveo
Il presidente
Lino Pecol