Raveo
«Nel dibattito sulla cava di Raveo pare che il tema dell'occupazione sia secondario, in quanto
vanno di moda altre tematiche, in particolare il rispetto dell'ambiente».
Valerio Puicher, capogruppo di minoranza di "Unione e Progresso",
interviene sul tema della cava "Chiarzò", difendendo le posizioni
assunte dalla precedente giunta comunale, della quale era componente. «Tra
un'industria che viene dall'esterno e lo sfruttamento di una cava, esiste
una differenza sostanziale- spiega-. Nel primo caso l'imprenditore importa
il prodotto di base e sfrutta la manodopera per trasformarlo, nel secondo
la presenza della materia prima può favorire l'imprenditoria e garantire
continuità all'impiego delle maestranze locali. Ed è quest'ultimo il nostro
caso».Secondo Puicher, sono sacrosante le parole espresse alcuni mesi fa da
Mauro Saro, capo delegazione dell'Assindustria di Tolmezzo, il quale
sottolineava che l'attività estrattiva può creare occupazione in Carnia: «A
Raveo alcuni cittadini si stanno chiedendo come si potrebbe
sfruttare il prodotto gesso, quante aziende della zona potrebbero avviare
nuove attività per macinare o confezionare il prodotto, realizzare pannelli
di cartongesso o produrre oggettistica- afferma Puicher-. Nella zona
artigianale sono già occupate 40 persone, altre 20-30 potrebbero veramente
invertire il processo di abbandono del paese e favorire le attività di
ristorazione esistenti».
Parole in contrasto con quanto affermato dal sindaco Daniele
Ariis, che ritiene irreale la nascita di una fabbrica di cartongesso e
parla di tre, massimo quattro posti di lavoro creati. «Il tema
occupazionale non viene nemmeno discusso, specialmente da coloro che
credono di avere il posto sicuro e non si preoccupano degli operai in cassa
integrazione- aggiunge Puicher-. Come succede in queste occasioni, la
maggioranza comunale, per mantenere la propria leadership, si sta
arroccando su posizioni egemoniche che si pongono in controtendenza con i
reali e difficili problemi del territorio. Infatti non ha mai analizzato gli
effetti positivi per l'economia locale che potrebbero derivare dalla
coltivazione della cava, limitandosi ad intimore gli abitanti sugli
illusori danni ambientale che potrebbero essere causati».
Bruno Tavosanis
|