Raveo
L'estrazione
di gesso a Raveo ha una lunga storia, risale infatti
agli anni Venti. Ma adesso la difesa ambientale ha preso il sopravvento su
qualsiasi considerazione di carattere economico e il paese non vuole
ritornare indietro nel tempo. Preferisce i boschi nati dove prima c'erano i
bacini della cava, le teleferica che trasportava il materiale, gli
artigiani che lavoravano. Basta, si volta pagina. Sicuri? A voler
recuperare l'attività estrattiva ci si è messa, dal 1986, la Cps di
Grigolin e Bocchese con acquisizioni di terreni, studi geologici e di
ripristino della cava. Assicura Marizio Grigolin che l'intenzione è quella
di realizzare la cava, ma anche costituire un impianto produttivo per la
lavorazione del gesso: «Dove si stima potrebbero essere impiegate a regime
una trentina di persone, senza calcolare l'indotto dei trasporti. Per
questo non comprende l'opposizione della nuova amministrazione: «Con il
sindaco di Raveo e vari rappresentanti sindacali
della regione abbiamo recentemente avuto un incontro in cui ho chiesto di
individuare un'area di 20 mila metri cubi per lo stabilimento produttivo,
ma non ho ancora ricevuto un riscontro». Grigolin garantisce che non ci
sono rischi causati dal suo progetto: «Non so chi abbia messo in giro
queste voci». Assicura di aver effettuato molti investimenti in studi sul
territorio e di aver intenzione di impiantare una discarica, attività che
fra l'altro non rientra nei settori di intervento del gruppo. Al contrario
è previsto ad esaurimento della cava un piano di riqualificazione
ambientale che ha già dato buoni risultati a "La mata" di Caneva,
risultato riconosciuto dall'amministrazione comunale locale e dagli organi
regionali di controllo.
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