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Giovedì, 17 Marzo 2005

 

 

RAVEO

Grigolin difende il suo progetto di cava: «Tutte le garanzie perchè non diventi discarica»

 

Raveo

L'estrazione di gesso a Raveo ha una lunga storia, risale infatti agli anni Venti. Ma adesso la difesa ambientale ha preso il sopravvento su qualsiasi considerazione di carattere economico e il paese non vuole ritornare indietro nel tempo. Preferisce i boschi nati dove prima c'erano i bacini della cava, le teleferica che trasportava il materiale, gli artigiani che lavoravano. Basta, si volta pagina. Sicuri? A voler recuperare l'attività estrattiva ci si è messa, dal 1986, la Cps di Grigolin e Bocchese con acquisizioni di terreni, studi geologici e di ripristino della cava. Assicura Marizio Grigolin che l'intenzione è quella di realizzare la cava, ma anche costituire un impianto produttivo per la lavorazione del gesso: «Dove si stima potrebbero essere impiegate a regime una trentina di persone, senza calcolare l'indotto dei trasporti. Per questo non comprende l'opposizione della nuova amministrazione: «Con il sindaco di Raveo e vari rappresentanti sindacali della regione abbiamo recentemente avuto un incontro in cui ho chiesto di individuare un'area di 20 mila metri cubi per lo stabilimento produttivo, ma non ho ancora ricevuto un riscontro». Grigolin garantisce che non ci sono rischi causati dal suo progetto: «Non so chi abbia messo in giro queste voci». Assicura di aver effettuato molti investimenti in studi sul territorio e di aver intenzione di impiantare una discarica, attività che fra l'altro non rientra nei settori di intervento del gruppo. Al contrario è previsto ad esaurimento della cava un piano di riqualificazione ambientale che ha già dato buoni risultati a "La mata" di Caneva, risultato riconosciuto dall'amministrazione comunale locale e dagli organi regionali di controllo.