Raveo
Un pubblico dibattito per analizzare le opportunità e i disagi
della cava di gesso "Chiarzò" di Raveo . Lo chiedono i consiglieri di
minoranza del gruppo "Unione e Progresso", che continuano la loro
battaglia in favore di quella che considerano una fondamentale opportunità
di sviluppo per il territorio, se sfruttata a livello imprenditoriale e
occupazionale. La richiesta è formulata in una lettera inviata al sindaco
Daniele Ariis, nella quale si sottolinea l'incapacità dell'amministrazione
comunale di affrontare in forma seria l'argomento. Secondo i membri
dell'opposizione, molti cittadini sono preoccupati per i danni erariali che
potrebbe subire il Comune se venisse accettato il ricorso presentato al Tar
dal gruppo Grigolin per l'esclusione della zona D4 dal Prgc. «Alcuni
cittadini, pur avendo firmato nel 2003 la petizione contro la cava, ci
stanno ripensando- si legge nella missiva-. Sono, infatti, molto confusi
dall'alternarsi di informazioni sull'argomento, che da sempre ha assunto
esclusivamente un motivo di scontro fra gruppi consiliari ed in questi
tempi è diventato l'unico motivo di discussione privata fra la sola
maggioranza ed il Comitato contro la cava». Ad Ariis, accusato di aver
utilizzato un termine scorretto e ambiguo (farsa) per definire l'argomento,
viene anche ricordato che la petizione del 2003 è stata sottofirmata da
meno del 50 per cento degli elettori del paese, "e quindi un buon
sindaco che rispetta le volontà di tutti gli aventi diritto al voto,
dovrebbe quantomeno preoccuparsi di capire cosa pensa in merito l'intera
popolazione invece di chiedere aiuto a politici provinciali o regionali,
alcuni dei quali non sanno nemmeno dove sia Raveo ". Da qui la richiesta di
"Unione e Progresso" di indire un dibattito pubblico per
discutere e valutare pro e contro l'apertura della cava.
Bruno Tavosanis
|