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Mercoledì, 1 Dicembre 2004

RAVEO Ora il Comune teme il ricorso al Tar dell_impresa. Il sindaco Ariis: «È necessario individuare altri modelli di sviluppo»

Piano regolatore ritoccato, stop alla cava 

Il consiglio approva le direttive per lo strumento urbanistico e sospende gli interventi sul territorio

Raveo (b.t.) Nuovo passo del Comune di Raveo per bloccare il progetto della cava di gesso. Nell'ultimo consiglio comunale sono state approvate le direttive per la formazione del nuovo Prgc, con contestuale sospensione, ai fini di salvaguardia, degli interventi sul

territorio contrastanti con le direttive stesse. La salvaguardia è scattata anche sulla zona estrattiva, dove ora sono ammessi solo interventi per il territorio boschivo. Prima della votazione hanno abbandonato l'aula i consiglieri di minoranza Puicher, Solari e

Cleva, mentre altri due esponenti dell'opposizione, Corva e Danelon, hanno dato il proprio assenso.

«I motivi che ci hanno portato ad adottare le zone di salvaguardia e le direttive per la variante sono in parte riconducibili a ragioni tecniche- spiega il sindaco Daniele Ariis-. Fra l'altro è emersa la necessità di apportare modifiche alla zonizzazione del vigente

Piano, al fine di ampliare l'estensione delle aree incluse nel Parco delle Colline Carniche». Il Prgc è stato riletto non più solo come strumento di suddivisione del territorio in zone, ma come mezzo per progettare il futuro dell'intera comunità, facendo sistema con i comuni vicini: «È necessario individuare nuovi modelli di sviluppo più aderenti alla vocazione di sostenibilità ambientale, tutela del territorio e qualità della vita- aggiunge Ariis-. Mi riferisco alle opportunità derivanti dalla valorizzazione del paesaggio, alla potenzialità offerte dal turismo di culto, a modelli di fruizione turistica basati sulla cultura contadina e montana, senza dimenticare gastronomia, agroalimentare e ospitalità».

Ritornando al discorso cava, in consiglio comunale era presente il titolare dell'impresa Grigolin: «Mi ha fatto piacere vederlo, ma la sua presenza sarebbe stata più opportuna qualche anno fa, quando, come minoranza, avevamo richiesto un incontro informativo

sul progetto- conclude Ariis-. Ora ci aspettiamo un ricorso al Tar, ma con una simile decisione l'impresa si metterebbe contro un'intera comunità, perciò mi auguro il signor Grigolin soprassieda. Noi ci aspettiamo la solidarietà e la condivisione dei nostri

rappresentanti politici e degli enti che sono chiamati ad esprimere il secondo ed ultimo parere sullo studio di impatto ambientale della cava».


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Martedì, 14 Dicembre 2004

RAVEO Dopo Comune e Regione un nuovo parere sfavorevole alla realizzazione: studio incompleto 

Anche dalla Provincia un "no" alla cava

Raveo

(B.T.) Dopo il Comune di Raveo e la Regione, anche dalla Provincia di Udine arriva il no ufficiale all'apertura della cava di gesso Chiarzò. La Direzione d'area ambiente di Palazzo Belgrado, alla quale era stata richiesta l'espressione di un parere di valutazione di impatto ambientale da parte della ditta intenzionata ad iniziare i lavori, ha spiegato quali siano le molteplici motivazioni che hanno portato i tecnici ad esprimersi in questa maniera, a partire dalla constatazione che l'avvio dell'attività di cava sarebbe incompatibile con le finalità del Parco Intercomunale delle Colline Carniche. Inoltre, è stata rilevata una carenza di documentazione e di elaborati grafici in merito all'analisi dell'impatto visivo della cava in attività ed alla valutazione del disturbo acustico. «Il documento della Provincia evidenzia come i benefici derivanti dall'apertura di una nuova cava non sarebbero pari ai disagi causati alla popolazione locale - ha spiegato il presidente del consiglio Fabio D'Andrea, schieratosi da subito contro il progetto cava-. Inoltre, la valutazione dei benefici, in rapporto al sistema socio-economico locale, non può essere considerata completa».

Carenti e contraddittori sono stati considerati lo studio di impatto sui sistemi idrici e geologici dell'area, sulla gestione delle acque meteoriche, delle acque di captazione e della sistemazione finale del rio Bandit e del rio Surice. Ma non è tutto.

Perplessità, infatti, sono state espresse anche nei confronti del modello di dispersione delle polveri. Infine, per i tecnici provinciali non è corretto identificare come temporaneo il disturbo arrecato alla popolazione animale, vista la durata quindicennale dell'attività estrattiva.


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Mercoledì, 15 Dicembre 2004

IN BREVE

RAVEO

«Cava, Regione contraria solo a parole» «Fino ad ora l'unico parere sfavorevole alla realizzazione della cava di gesso di Raveo è quello espresso dalla Provincia di Udine. Perciò essa ha agito prima e non dopo la Regione». La puntualizzazione è del presidente del consiglio provinciale Fabio

D'Andrea, il quale spiega che Palazzo Belgrado si era impegnato con la stragrande maggioranza dei cittadini raveani ben prima della Regione al fine di impedire la realizzazione della cava. «Il parere espresso la scorsa settimana dalla Direzione d'area ambiente della Provincia, da me personalmente sollecitata per dovere di responsabilità e lealtà verso i gli abitanti di Raveo e il Comitato che osteggia la nascita della cava, non è l'unico- conferma-. Infatti anche due mesi fa la Provincia si espresse negativamente e lo fece, come ovvio, nero su bianco». E la Regione, invece? «A quanto mi risulta tutte le direzioni regionali, compresa quella della Foreste facendo capo all'assessore Enzo Marsilio, hanno espresso parere favorevole, in barba alle affermazioni dell'assessore stesso, che, almeno per ora, è contrario alla cava solo a parole- aggiunge D'Andrea-. Perciò ritengo più giusto affermare che anche dalla Regione, dopo la Provincia, si attendono pronunciamenti negativi e vincolanti».