Lettera inviata a: Il Gazzettino, Il Messaggero Veneto e Il Piccolo in data 26 agosto 2003 e pubblicata da:

Il Gazzettino in data 29.8.2003 e 17.9.2003

Il Messaggero Veneto in data 3.10.2003

Il Piccolo ha effettuato un servizio in data 28.8.2003

Gentile Direttore,

da quarant’anni frequento, soprattutto durante le ferie estive, un piccolo paese della Carnia, Raveo, che si trova adagiato in una conca verdeggiante e soleggiata fra le valli dei torrenti Degano e Chiarsò. Evidentemente la mia frequentazione è dovuta al fatto che mi ci trovo bene, sia per la gente che per i fattori climatici e ambientali. Nel 1976 è stato colpito dal sisma ma, negli anni successivi, ha saputo rinascere mantenendo, nonostante la modernizzazione, alcune delle sue caratteristiche.

Anche se la popolazione si è ridotta di molto rispetto a quando vi capitai per la prima volta, tuttavia non è un paese di soli vecchi. E’ soprattutto un paese tranquillo!

Purtroppo, però, anche a Raveo si sta preparando un "disastro ambientale" in quanto sembra che, consenziente l’amministrazione comunale, venga aperta una cava di gesso a poche centinaia di metri dell’abitato in un territorio attualmente ricoperto da un fitto bosco. Alcuni terreni sono già stati venduti da parte di piccoli proprietari contattati uno alla volta e senza che la notizia si propagasse. Solo pochi resistono, vuoi perché non hanno alcuna necessità di vendere vuoi perché sono fra coloro che concepiscono l’ambiente come un bene collettivo.

La cava verrebbe a trovarsi in una zona geologicamente instabile essendo appunto gessosa e, pertanto, gli scavi altererebbero il già precario equilibrio. La Società che coltiverà la cava assicura che la stessa verrà "ritombata", ma visti i precedenti, chi assicura che non si ridurrà ad una discarica di immondizie?

Un altro interrogativo viene dal fatto che la zona confina con il "Parco intercomunale delle Colline Carniche", parco per il quale l’Amministrazione sembra tenerci molto. Inoltre, subito a monte della zona interessata, si trovano un Santuario del ‘600 ed un "Romitorio Francescano" di poco posteriore (resisteranno a tanta devastazione?); più sopra si trova la vallata di "Valdie" (Valle di Dio); ed ancora: la zona proprio di fronte alla cava, facente parte, però, di un altro comune, ha un toponimo, "Paradiso", che rende bene l’idea di quale sia l’ambiente!

Se dovesse partire l’attività estrattiva il paese di Raveo, ma non solo, dovrà subire, oltre al disastro idrogeologico, gli scoppi delle mine, il fragore di circa 50 camion al giorno (per vent’anni) che dovranno trasportare il materiale estratto e, naturalmente, la polvere gessosa che, invadendo l’aria, non sarà senz’altro salutare ai polmoni degli abitanti.

Vorrei terminare informando che è nato un "comitato contro la cava" formato da pochi residenti, comitato che, vista la disinformazione da parte degli Enti preposti, vuole far riflettere, prima che sia troppo tardi, invitando tutti, residenti e non, ex proprietari dei terreni e non, a vederci chiaro in tutta l’operazione.

Ringrazio per lo spazio concessomi invitando tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente ad interessarsi anche di questo piccolo paese, dei suoi abitanti e del suo ambiente naturale.

Distinti saluti.

Sergio Piovesan

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