da IL GAZZETTINO del 23 febbraio 2007

 

D'accordo, questo Carnevale è stato ...

D'accordo, questo Carnevale è stato finalmente un evento organizzato per tempo e con attrazioni sparse sul territorio. Le 870mila presenze nei dodici giorni di festeggiamenti hanno però dato vita ad un indotto enorme per bar, ristoranti, venditori di pizze al taglio e panini, alberghi, affittacamere, bed & breakfast e seconde case da vacanza. Milioni di euro sono finiti nelle casse di negozi, alberghi, pubblici esercizi e banchetti, ma loro non hanno tirato fuori che pochi spiccioli. È giusto tutto questo?

Se lo chiede anche il sindaco Massimo Cacciari che, nella conferenza stampa di fine carnevale ha tirato fuori una "questione morale", proponendo una sorta di referendum aperto a cittadini, associazioni di categoria e partiti politici.

«Ha senso per la città - ha detto Cacciari - che questo evento sia in toto organizzato ed economicamente sostenuto solo dal Comune? È una domanda precisa a cui voglio una risposta precisa e inequivocabile. Sia chiaro che non siamo qui a chiedere aiuto o soldi ai privati. Abbiamo dimostrato, pur non essendo dei professionisti, di poter raccogliere un milione di euro in sponsorizzazioni e di poter gestire il carnevale in modo eccellente. No, io chiedo solo se il Carnevale è vissuto dalla città come il Redentore o la Regata Storica o sia piuttosto considerato una manifestazione turistica».

Il problema non è da poco perché il Comune quest'anno ha tirato fuori due milioni di euro per organizzare il carnevale. Un carnevale divertente e ricco di proposte, ma soprattutto una miniera d'oro per chiunque avesse qualcosa da vendere. Sul Gazzettino sono stati mostrati i prezzi chiesti per un mantello di fodera e una maschera, sono stati evidenziati gli aumenti nei bar anche per il semplice espresso, le code per comperare una fetta di pizza. Tutto questo flusso di denaro finisce interamente nelle tasche degli operatori privati mentre la città deve pagarne tutti i disagi.

«Voglio una risposta - continua il sindaco - prima di cominciare a lavorare per il 2008, la voglio dal consiglio comunale, dalle municipalità, dalle associazioni e dai cittadini. Se non sarà un sì corale allora ci potremmo anche ripensare. Se l'evento è percepito come un qualcosa al servizio dei turisti, allora è giusto che il carnevale sia sostenuto economicamente da chi con i turisti ci guadagna».

Dall'associazione Venezia & Venice, quella de "La boca de le denunzie ai Savi" che ogni domenica trova spazio sul Gazzettino, è arrivata un'indicazione interessante. Nel corso del periodo carnevalesco è stato fatto un sondaggio su come i cittadini percepiscano il carnevale.

«Pare - spiega Massimo Andreoli, vicepresidente dell'associazione Venezia & Venice - che la gente comprenda l'importanza del Carnevale e non lo consideri solo un fastidio da subire. Si sente però un grande disagio per il fatto che le categorie economiche della città non contribuiscano efficacemente».

Anche se la popolazione chiedesse a gran voce al Comune di far contribuire le categorie, il difficile verrà dopo, dal momento che alle associazioni il Comune potrà solo chiedere di partecipare, ma difficilmente potrà pretendere. I beneficiari principali del carnevale utilizzerebbero quasi certamente la solita risposta: "noi viviamo solo delle quote associative e ai singoli imprenditori è difficile chiedere ancora soldi dopo tutto ciò che devono pagare".

Gli albergatori, è vero, pagano una tassa per i rifiuti elevata a prescindere dall'occupazione delle camere. Ma tutti gli altri?

Michele Fullin