IL GAZZETTINO - Domenica, 25 Febbraio 2007

 

 

IL PUNTO

Quando gli amici di Venezia non abitano in città

È stato il Carnevale dei record, termine che non ha sempre accezione positiva. In 12 giorni calli e campielli sono stati calpestati da 1 milione740mila piedi, pari a 870mila persone, in media 72mila 500 al giorno, oltre ai residenti, ovviamente. La città ha retto? Sì, ha retto. Anzi, come al solito ha sorretto e sopportato. Il Canal Grande, nei giorni e nelle ore di punta, è stato percorso da una teoria continua di taxi e vaporetti, chi usa la barca per lavorare ha così smoccolato più del solito, ma per un po' ci si è dimenticati del moto ondoso. Calli e campi sono diventati latrine e in fondo anche questo fa parte della storia di Venezia, al punto che chi si occupa di moto ondoso e decoro ha prudentemente evitato di parlarne in quei giorni, per non apparire fuori posto e fuori tempo.

La città ha anche guadagnato, ma come al solito non ci hanno guadagnato tutti, perchè a Venezia arriva un fiume di ricchezza, ma per mantenere la città non ci sono soldi, anche perché si continua a investire sulla monocultura turistica. Hanno guadagnato i tassisti (per dire: 20 euro, in nero, per attraversare di notte il Canal Grande da Sant'Angelo a Palazzo Pisani Moretta) volteggianti sulle acque in prossimità di pontili e attracchi alla caccia di un passeggero da caricare; hanno guadagnato gondolieri, baristi e ristoratori (per dire: 80 centesimi un caffè al banco, 1,20 se ci si siede anche senza essere serviti, ma solo se non si è veneziani); hanno guadagnato affittacamere, b&b e albergatori, che hanno trasformato le tariffe di bassa stagione in vigore fino al 9 febbraio in alta stagionalità dal 10 al 21, in alcuni casi anche raddoppiando i prezzi (perché, chiede giustamente qualche veneziano, quegli aumenti invece di finire in tasca agli albergatori non vengono dati in parte al Comune come contributo, o se non altro come una sorta di "commissione" visto che i clienti sono arrivati solo perchè c'era il Carnevale?); hanno guadagnato proprietari di palazzi, atelier, mascherai, costumisti, bancarellari, chincaglivendoli; hanno guadagnato anche i pasticceri (per dire: in media mille frittelle vendute in un giorno di punta a un euro e anche più l'una). Tutti hanno guadagnato: non solo perchè è venuta più gente, ma anche alzando i prezzi rispetto a un periodo normale, cioè facendo la cresta. Loro, quelle "categorie" che pochi mesi fa si erano fieramente opposte a una tassa per la città da applicare a ogni ricevuta o a ogni scontrino, sostenendo che non era possibile colpire ancora i loro clienti e sventolando un pericoloso danno di immagine per Venezia.

Insomma, hanno guadagnato quelle "categorie" che chi amministra confonde troppo spesso con la città intera, nella convinzione che se una decisione sta bene alle "categorie" sta bene a tutti. E che se un Carnevale fa bene alle "categorie" fa bene a tutti. Il che potrà pure essere vero, ma solo se non si rompe l'equilibrio e si danneggia la città. Perchè è legittimo che chi lavora e alimenta un'economia turistica debba guadagnare, però è altrettanto giusto non tirare troppo la corda. Ma chi l'ha pagato alla fine questo Carnevale? Non l'hanno pagato quelli di cui sopra, quelli che ci hanno guadagnato. L'ha pagato il Comune, cioè tutti i veneziani e l'hanno pagato gli Amici di Venezia che, ovviamente, mica sono veneziani. L'amico più contermine è di San Donà di Piave: il Canella del Bellini. Gli altri sono tutti sponsor "foresti" che in cambio cosa hanno avuto? Solo pubblicità, nessun ricavo diretto, a differenza delle nostrane "categorie" le quali, riunite sotto il vessillo della Camera di Commercio, al Carnevale hanno dato 80mila euro (anche se va detto che almeno l'Associazione pubblici esercizi una festa a Cannaregio l'ha offerta). Come al solito, di tanto flusso di denaro, alla città (sempre intesa come collettività, non come "categorie") non sono rimaste che le briciole. Si chieda ad esempio ai quartieri o alle municipalità con quali soldi hanno organizzato il loro Carnevale non turistico, cercando di salvare con le unghie la vera venezianità, che invece va sfumando in una inesorabile dissolvenza.

Davide Scalzotto

 

 

Carnevale, referendum sul Gazzettino

Tramite la Boca de le denunzie e il giornale, il sindaco Cacciari chiederà l’opinione dei veneziani

Sarà il Gazzettino, assieme alla Boca de le denunzie ai Savi, a promuovere il referendum sul Carnevale che il sindaco Cacciari ha lanciato giovedì, nel corso della conferenza stampa di bilancio della manifestazione. Ieri in Comune c'è stato un incontro tra lo stesso Cacciari, il capo di gabinetto Maurizio Calligaro, Angelo Piero Lacchin e Massimo Andreoli (rispettivamente presidente e vicepresidente di Venezia&Venice, l'associazione che promuove la "Boca"), per decidere le modalità di consultazione.

I veneziani saranno chiamati ad esprimersi su un breve questionario che sarà pubblicato dal Gazzettino già dalla prossima settimana e che sarà distribuito dall'associazione Venezia&Venice sabato prossimo, dalle 11 alle 13 in campo Bella Vienna, nel corso di una cerimonia-spettacolo. Le schede saranno poi raccolte con le modalità che verranno rese note tra pochi giorni.

Dopo oltre un anno e mezzo di pubblicazione domenicale sul Gazzettino, la Boca del le denunzie ai Savi, ha raggiunto quindi un altro traguardo. Finora, infatti, erano sempre stati i cittadini a consegnare critiche, osservazioni e suggerimenti alla pubblica amministrazione sui vari problemi veneziani. Ora è il sindaco che chiede, attraverso la "Boca", il parere dei cittadini su una manifestazione che come ogni anno lascia dietro di sè considerazioni e polemiche, al di là della riuscita.

L'idea di un referendum è nata dalle considerazioni di Cacciari di fronte a un Carnevale il cui peso è stato sostenuto dall'amministrazione pubblica e da qualche grande sponsor "foresto", con la Camera di commercio che ha garantito 80mila euro a nome delle categorie. «Ha senso tutto questo per la città? - si era chiesto Cacciari - Ha senso che questo evento sia organizzato ed economicamente sostenuto solo dal Comune? È una domanda precisa a cui voglio una risposta precisa e inequivocabile. Sia chiaro che non siamo qui a chiedere aiuto o soldi ai privati. Abbiamo dimostrato, pur non essendo dei professionisti, di poter raccogliere un milione di euro in sponsorizzazioni e di poter gestire il carnevale in modo eccellente. No, io chiedo solo se il Carnevale è vissuto dalla città come il Redentore o la Regata Storica o sia piuttosto considerato una manifestazione turistica». «Voglio una risposta - aveva aggiunto il sindaco - prima di cominciare a lavorare per il 2008, la voglio dal consiglio comunale, dalle municipalità, dalle associazioni e dai cittadini. Se non sarà un sì corale allora ci potremmo anche ripensare. Se l'evento è percepito come un qualcosa al servizio dei turisti, allora è giusto che il Carnevale sia sostenuto economicamente da chi con i turisti ci guadagna».

Il Comune quindi vuole conoscere l'idea dei veneziani e il Gazzettino farà da tramite. La strada per il Carnevale 2008 è ancora lunga, ma altri grandi eventi sono alle porte, a partire dal Palio delle Repubbliche marinare e dalla Vogalonga, che si svolgeranno nello stesso giorno, il 3 giugno. Il referendum servirà a capire come la pensano i cittadini e anche a dare un supporto a quella Agenzia per gli eventi che, con i soldi del Casinò, dovrà fare da promotrice e organizzatrice.