IL GAZZETTINO                                                                            Mercoledì, 21 Marzo 2007

 

 

Venezia dice "no" al Carnevale pagato dal Comune

I risultati del referendum: i votanti sono stati 3.887. Il 78 per cento è contro il finanziamento con risorse pubbliche

Otto veneziani su dieci non vogliono che il Carnevale sia pagato esclusivamente con i soldi del Comune. È questo l'esito del referendum promosso dall'amministrazione comunale attraverso l'associazione Venezia & Venice (che da un paio di anni ha ripristinato la Boca de le denunzie ai Savi) e il Gazzettino, che per dieci giorni ha distribuito la scheda per votare.

I RISULTATI- I veneziani, soprattutto quelli del centro storico, hanno risposto numerosissimi. Le schede del Gazzettino pervenute in redazione con le risposte sono state1.682 (1.674 valide e 8 bianche), quelle distribuite da Venezia & Venice e raccolte dalle 23 postazioni della Boca de le denunzie sparse sul territorio comunale, sono state2.205. In totale il78.38 per cento dei3.887 votanti ha risposto "no" alla prima domanda del referendum, quella che chiedeva: "Considerato il rilevante indotto sull'economia della città, ritieni opportuno che l'amministrazione comunale continui ad organizzare il Carnevale anche con le sue sole risorse?". Un quesito che cela dietro di sè il senso della polemica che ha animato l'ultima edizione della kermesse. Una polemica tra l'amministrazione comunale e le categorie economiche (soprattutto albergatori), accusate di trarre il massimo guadagno dal Carnevale, ma di contribuire poco rispetto a quanto ricevuto.L'idea del referendum era stata lanciata dallo stesso sindaco, Massimo Cacciari e le domande rivolte ai veneziani - scelte dallo staff del sindaco - sono state estese anche sulle altre manifestazioni tradizionali, per le quali il Comune è alla costante ricerca di sponsor.IL VOTO DI ZONA - Interessante la composizione del voto divisa per zone di raccolta delle schede. Tra i 2.205 questionari distribuiti dall'associazione Venezia & Venice, ben 1911 sono stati raccolti in centro storico, segno che il referendum era sentito particolarmente nella parte insulare della città, su cui del resto gravano oneri e onori delle principali manifestazioni.

I COMMENTI - «Un risultato eccezionale in termini di adesione - spiegano Angelo Piero Lacchin e Massimo Andreoli, rispettivamente presidente e vicepresidente dell'associazione Venezia & Venice - Al di là del responso numerico, questo referendum offre parecchie chiavi di lettura per capire cosa chiede la città. Ad esempio, tra le schede da noi raccolte, sono molte quelle che domandano il coinvolgimento delle numerose associazioni veneziane. Tante altre vorrebbero un maggior coinvolgimento delle periferie, come nel caso della Giudecca, mentre è opinione comune che tutto ciò che riguarda la gestione dei flussi di turisti e dell'ordine pubblico, debba essere seguita dall'amministrazione comunale, mentre dovrebbe essere data maggiore autonomia alle manifestazioni di quartiere».

IL COMUNE- La palla ora passa all'amministrazione comunale. Il sindaco ha annunciato alcuni giorni fa che, in presenza di risultati significativi del referendum terrà conto del parere dei veneziani. Il Comune ha intrapreso la strada di un'agenzia degli eventi che, sotto la guida economica e organizzativa del Casinò, avrà il compito di coordinare le manifestazioni cittadine, di mettere insieme enti e associazioni del settore e di raccogliere gli sponsor necessari a finanziare i vari progetti.

Da.Sca.

 

 

I risultati della consultazione promossa dal Gazzettino sul ruolo del Comune nelle manifestazioni di massa

Carnevale? Se lo paghino i privati

Per la maggioranza dei lettori Ca’ Farsetti dovrebbe finanziare solo Regata Storica e Redentore

Venezia

NOSTRA REDAZIONE

Ma quale Carnevale, quale Capodanno? I veneziani preferiscono Redentore e Regata Storica. Vale a dire, meglio la tradizione delle feste create apposta per attirare turisti.È questo l'esito del referendum promosso dal Comune attraverso il Gazzettino e l'associazione Venezia & Venice, un gruppo di veneziani che da un paio di anni ha ripristinato la Boca de le denunzie ai Savi, antica usanza del Cinquecento con cui i cittadini depositavano lamentele, sberleffi e consigli ai "potenti" in una cassetta che poi veniva aperta per la pubblica lettura dei messaggi.

Una consultazione referendaria, tuttavia, per nulla folkloristica, che ha diviso in due la città. Da una parte tutto il mondo delle categorie economiche, per le quali ogni grande evento rappresenta una immensa fonte di guadagno (900mila gli arrivi in città nell'ultimo Carnevale), dall'altra coloro che non vivono di turismo e che anzi vedono nelle torme di visitatori, soprattutto in quelli "mordi e fuggi", un intralcio alla vita di tutti i giorni, una sorta di calata dei barbari che a loro, ai pochi residenti, non porta ricchezza.Ebbene, il Comune ha voluto mettere le cose in chiaro. Perché il Carnevale di febbraio ha sollevato un problema: è giusto che sia l'amministrazione comunale, e quindi la collettività, a farsi carico dei costi della manifestazione? Domanda nata dal fatto che quest'anno le categorie hanno contribuito pochino: sul milione e duecentomila euro di budget, si sono registrati solo i 75mila euro della Camera di Commercio e qualche contributo sporadico dei singoli operatori. Albergatori e ristoratori si sono stancati, dopo anni in cui avevano garantito anche mezzo milione di euro. Stavolta è toccato a Comune e sponsor coprire il costo della kermesse.

Per capire come si dovrà procedere in futuro, si è quindi deciso di affidarsi anche al "popolo". Una decisione presa e benedetta dallo stesso sindaco Massimo Cacciari. Ebbene: il referendum ha stabilito che otto veneziani su dieci non vogliono che il Carnevale sia pagato esclusivamente con i soldi del Comune. I veneziani, soprattutto quelli del centro storico, hanno risposto numerosissimi. L'edizione di Venezia del Gazzettino ha pubblicato per 10 giorni una scheda da ritagliare e compilare con le domande indicate dall'amministrazione e riprodotte nella tabella pubblicata in questa pagina. Le schede pervenute in redazione con le risposte sono state 1.682 (1.674 valide e 8 bianche).L'associazione Venezia & Venice, invece, ha allestito in tutto il territorio comunale 23 postazioni della Boca de le denunzie ai Savi in cui sono state distribuite migliaia di schede di voto. Alla fine ne sono state raccolte 2.205. Insomma, 3.887 veneziani hanno voluto dire la loro sul Carnevale e sull'organizzazione degli eventi in città. In totale il 78.38 per cento dei votanti ha risposto "no" alla prima domanda del referendum, quella che chiedeva: "Considerato il rilevante indotto sull'economia della città, ritieni opportuno che l'amministrazione comunale continui ad organizzare il Carnevale anche con le sue sole risorse?"

Un quesito che, appunto, cela dietro di sè il senso della polemica che ha animato l'ultima edizione della kermesse. Interessante anche la composizione del voto divisa per zone di raccolta delle schede. Tra i 2.205 questionari distribuiti dall'associazione Venezia & Venice, ben 1911 sono stati raccolti in centro storico, segno che il referendum era sentito particolarmente nella parte insulare della città, su cui del resto gravano oneri e onori delle principali manifestazioni.Per quanto riguarda la "preferenza" sugli eventi, alla domanda numero 2 ("Quali di queste manifestazioni ritieni che vadano comunque organizzate dal Comune"), Redentore e Regata Storica hanno ottenuto rispettivamente 3.249 e 3.226 voti su 3.887 schede arrivate. Carnevale e Capodanno sono quindi evidentemente meno sentiti, visto che le preferenze accordate sono state rispettivamente 828 e 561.

Come dire che i veneziani non vogliono la festa di massa, ma amano le manifestazioni che sono legate alla loro storia e alla loro cultura. Consapevoli, evidentemente, anche della capacità che questi eventi hanno di rappresentare l'immagine della città verso l'esterno. Redentore e Regata Storica, infatti, sono sentite come iniziative che portano turisti, ma che in qualche modo sono ancora in grado di rappresentare l'antica anima veneziana. Quello che è strano e che fa riflettere, è che il Carnevale, con poche centinaia di voti raccolte, viene ormai sentito come una festa che si è allontanata dal solco della tradizione.

La palla, comunque, ora passa all'amministrazione comunale. Il sindaco Cacciari ha annunciato alcuni giorni fa che, in presenza di risultati significativi del referendum avrebbe tenuto conto del parere dei veneziani. Il Comune ha intrapreso la strada di un'agenzia degli eventi che, sotto la guida economica e organizzativa del Casinò, avrà il compito di coordinare le manifestazioni cittadine, di mettere insieme enti e associazioni e di raccogliere gli sponsor necessari a finanziare i vari progetti.

Davide Scalzotto

 

 

I SUGGERIMENTI

«Ecco la nostra festa Meno Vip e più popolo»

A qualcuno piace così tanto che ritiene che due settimane siano troppo poche. E propone di allungare di qualche giorno il periodo del Carnevale.È uno, anche se non il più ricorrente, dei suggerimenti raccolti dalle schede della consultazione popolare voluta dal Comune ed organizzata dall'associazione Venezia & Venice e dal Gazzettino, giunta in questi giorni al termine. E assieme alla richiesta di rendere più veneziana e più popolare la manifestazione carnevalesca, la preghiera di organire feste a palazzo accessibili a tutti e non esclusivamente dedicate ai ricchi Vip e feste in piazza con sfilate di maschere tipiche e cortei storici, rende l'idea di come la pensiono i residenti su questa festa. Un evento che la grossa parte di chi ha aderito al "referendum" vorrebbe di piazza, dedicata al cittadino veneziano, con palchi, musica e concerti in ogni campo e campiello della città, "come una volta", aggiunge qualcuno. In moltissimi si immaginano una grande festa di luci, un trionfo di colori. Cibo tipico, danze popolari, spettacoli teatrali, coinvolgimento di remiere e associazioni locali, rievocazioni storiche: un Carnevale dall'autentico sapore tradizionale, con spettacoli innovativi («no sempre Carlo Goldoni!») e di qualità e con tanta attenzione per il decoro, il rispetto e la pulizia della città.Più di qualche commento, infatti, tuona: evitare eventi come quelli dei centri sociali con musica fino alle 4 del mattino, non usare calli a mo' di gabinetti e rafforzare servizio di ordine pubblico per allontanare facinorosi e "mariuoli". Un festa da dedicare ai più piccoli, con eventi pensati per i bambini e a loro dedicati e con il coinvolgimento attivo di associazioni di ragazzi; una "celebrazione" che coinvolga anche anziani e persone diversamente abili. Chiamati in causa da molti gli esercenti, i commercianti, gli albergatori, le categorie economiche tutte. Secondo i cittadini sono loro a trarre grandi vantaggi e profitti dalle settimane del Carnevale e dovrebbero essere, quindi, più massicciamente coinvolti nell'organizzazione e nel sostegno, anche economico, della manifestazione. E i veneziani vorrebbero vedere coinvolti, con sostegni concreti ed economici, anche gondolieri, motoscafisti e le loro associazioni. E a proposito di economia: a molti non piace la «macchina organizzativa che lucra sul Carnevale».Infine la questione turisti: non piacciono molto, anzi quasi per niente. Per qualcuno sarebbe bene che rimanessero a casa e, comunque, che contribuissero al sostegno della città (insomma c'è chi introdurrebbe volentieri la tourist tax, soprattutto per i visitatori giornalieri). Il tocco di internazionalità ai veneziani piacerebbe fosse garantito da gemellaggi e scambi con paesi stranieri, con scuole da altre nazioni o con associazioni culturali con progetti comuni sul Carnevale. Qualche suggerimento anche dal punto di vista "servizi" a supporto dell'evento: più bagni dislocati nella città, meglio se utilizzabili gratuitamente e, soprattutto, rafforzamento delle linee Actv, in particolare in alcune fasce orarie, comprese le notturne. Al di là delle evidenti provocazioni quali «marijuana per tutti» o «giri in gondola gratis a carico del governo Prodi» o ancora «indossare costumi del Settecento tutto il periodo dell'anno», la consultazione popolare è stata apprezzata e lo testimoniano le schede raccolte nei 23 punti della città (Mestre e terra ferma compresa che vorrebbe più manifestazioni, soprattutto per dedicate ai più piccoli). A significare che i veneziani sentono loro la città e la festa e la vorrebbero più " a loro misura". E per la prossima edizione, i cittadini suggeriscono uno spettacolo esplosivo di fuochi pirotecnici raffiguranti il Leone di Venezia.

Daniela Pierobon