Il Gazzettino Venerdì,
18 Maggio 2007 |
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"Vietato consumare cibi e
bevande" ... |
"Vietato
consumare cibi e bevande" in Piazza San Marco e dintorni. La bozza
dell'ordinanza recita così e, nelle intenzioni del Comune, dovrebbe porre un
freno non solo ai pic-nic sotto l'ombra della Basilica (già oggi vietati dal
regolamento), ma anche a quel proliferare di rifiuti che ha ridotto il
salotto di Venezia in una sorta di fabbrica di scoasse. Un'altra pia
illusione? O sarà la volta buona? Ieri, intanto, il vicesindaco Michele
Vianello e l'assessore al commercio, Giuseppe Bortolussi, sono andati ad illustrare
la nuova ipotesi di divieto alla soprintendente ai beni ambientali e
architettonici, Renata Codello, che ha apprezzato. Un incontro che è servito a fare il punto su tutte le emergenze
legate alla Piazza e al suo degrado: non solo pic-nic, dunque, ma anche
questione colombi (ancora apertissima, visto che i venditori di grano non
vogliono "mollare" le loro postazioni) e trasferimento dei lancioni
gran turismo a San Pietro di Castello e Zattere per allentare la pressione
sull'area marciana. Ma di imminente, per ora, c'è solo l'ordinanza
anti-panini. Idea suggerita, a suo tempo, dall'associazione degli operatori
di Piazza San Marco e che Vianello, un paio di settimane fa, ha lanciato.
Inizialmente il vicesindaco avrebbe voluto vietare il take away alla fonte,
cioè ai vari fast food e bar della zona. Ma pare che il divieto sarebbe stato
legalmente fragile: il primo locale deciso a non applicarlo si sarebbe, con
ogni probabilità, visto dare ragione dal Tar. Così è prevalsa l'idea di
Bortolussi di individuare un'area in cui vietare il consumo. «Già oggi il
regolamento vieta di sedersi a mangiare in Piazza - spiega l'assessore -. Con
la nuova ordinanza non si potrà consumare nemmeno in piedi. Mi sembra la cosa
più normale di questo mondo, in una piazza che è un'opera d'arte a cielo
aperto. Al museo del Louvre mica puoi uscire dalla cafeteria con il panino in
mano....». «Nell'area marciana, con il panino, non si entrerà più - rimarca
Vianello -. E tra qualche giorno entreranno in servizio anche i sei nuovi
steward (Vesta li sta assumendo in questi giorni) che vigileranno, pure loro,
sull'applicazione dell'ordinanza. I risultati li vedremo». Più complicata la partita colombi. Ieri la soprintendente ha
illustrato a Vianello e Bortolussi i primi risultati di uno studio sui danni
che gli escrementi di questi volatili causano ai monumenti. Ne è uscito un
quadretto drammatico: ci sono lastre di pietra, magari appena restaurate,
"fertilizzate" dal grano, su cui prosperano le erbacce; o ancora
supporti in metallo corrosi dall'acido di questi escrementi, con un rischio
serissimo anche per la pubblica incolumità (il crollo di alcuni cornicioni
può essere causato da questo); senza contare che anche dei lavaggi più
frequenti dei masegni hanno una controindicazione perché la Piazza poggia su
un fondale di sabbia che non va intaccato. Che fare? «Dei provvedimenti vanno
trovati - insiste la soprintendete Codello -. Provvedimenti che portino la
Piazza a uno stato di sopportabilità che oggi non c'è più. Altrimenti anche i
soldi dei restauri sono buttati. E questo non è giusto». «Il problema è serio
- aggiunge Bortolussi - e bisogna trovare una soluzione. Ci stiamo
lavorando». Fallita la strada dell'accordo con gli ambulanti, ora l'ipotesi è
quella di un decreto ministeriale che vieti la vendita del grano. E a livello
di ipotesi resta anche il trasferimento dei granturismo. Ieri Vianello ha
ribadito la sua richiesta di organizzare un tavolo comune con Soprintendenza,
Capitaneria e Autorità portuale per studiare la cosa. Roberta Brunetti |