Lettera del
ministero frena i lavori
Dovevano essere costruiti a Cagliari ma alla variante al progetto manca la Via nazionale
■ Una lettera per
bloccare i cantieri complementari al Mose. L'ha inviata venerdì scorso il
ministero dell'Ambiente al Consorzio Venezia Nuova, che sta eseguendo i lavori
alle bocche di porto. E la conferma arriva dallo stesso titolare del dicastero
romano, Alfonso Pecoraio Scanio. «I dirigenti del ministero dell'Ambiente
stanno svolgendo accertamenti sui lavori del Mose» ha affermato il ministro,
che ha partecipato ieri a Venezia ad un convegno sui cambiamenti climatici.
Cauto ma soddisfatto il sindaco Massimo Cacciari: «Era ora che si risvegliasse
l'attenzione su Venezia».
LA LETTERA, partita venerdì
da Roma e firmata dal dirigente generale del ministero dell'Ambiente
Bruno Agricola, verrà recapitata al Consorzio Venezia Nuova
non prima di domani. È indirizzata per conososcenza anche ai ministeri dei Beni
culturali e della Ricerca scientifica, alla Regione Veneto e alla Provincia e
Comune di Venezia. Tecnicamente si tratta di una “chiamata a Via nazionale”,
cioè di una richiesta di procedere a una Valutazione di impatto ambientale
nazionale per i cantieri di prefabbricazione.In pratica finisce sotto inchiesta
la piattaforma di calcestruzzo prevista a Pellestrina dove dovrebbero essere
realizzati i settantanove cassoni di cemento di cinquanta metri per venticinque
che ospiteranno, una volta completati, le paratoie mobili
del Mose. Insieme alla piattaforma è al vaglio del Ministero anche il progetto
per il contestatissimo villaggio a Santa Maria del Mare che dovrebbe
ospitare i quattrocento operai addetti alla realizzazione
dei cassoni. L'iniziativa del ministero dell'Ambiente è stata originata due
diverse segnalazioni. Una è partita circa un mese e mezzo fa per iniziativa di
alcuni appartenenti alla commissione di Salvaguardia, l'organo in cui siedono i
rappresentanti di diciassette istituzioni tra cui cinque ministeri, l'Asl, i
vigili urbani e gli enti locali: Comune, Provincia e la Regione. L'altra
segnalazione è stata scritta il 30 aprile scorso dallo stesso sindaco Massimo
Cacciari. In entrambi i casi era rilevata la difformità dei due progetti dalle
decisioni del Comitatone che dopo anni di polemiche aveva autorizzato i lavori
per il Mose.
«La realizzazione dei cassoni doveva avvenire vicino al
porto di Cagliari e non certo in aree Sic come quelle di Pellestrina» ricorda
Andreina Zitelli, docente di Analisi dei progetti allo Iuav. Una grave
difformità quindi rispetto al progetto originario che era stato licenziato. E
la variante al progetto non è
fornita di “Via” nazionale ma solo di quella regionale,
insufficiente per autorizzare i lavori.
«La mancanza della valutazione nazionale su un progetto
rende nulle tutte le autorizzazioni successive - spiega Zitelli – per cui la
prassi prevede l'immediata sospensione dei lavori finché non venga valutato se
la variante possa o meno essere autorizzata».
Il ministro Pecoraio Scanio non ha voluto aggiungere altri
particolari «su una inchiesta che è in corso» limitandosi a commentare: «Il
Mose rientra tra le cose fatte male». Mentre, secondo il primo cittadino
lagunare, «ci sono gli estremi per cui qualcuno venga a
controllare cosa avviene a Venezia - per poi concludere – indagherà chi di
dovere». ■
È Pellestrina l'area nel mirino contestato anche il villaggio
La
situazione
■ La Sovrintendenza
ai beni ambientali e architettonici ha negato l'autorizzazione anche al
villaggio per 400 persone che dovrebbe sorgere a Santa Maria del Mare, sul lato
della laguna. E il progetto è stato bloccato anche dalla Commissione di
Salvaguardia perché si tratta di un’opera sulla quale alla Salvaguardia non è
mai stata richiesta alcuna autorizzazione preventiva. Mentre sorge su un’area
Sic (Sito di interesse ambientale comunitario) la piattaforma di calcestruzzo
di 380 metri per 180, poggiata per circa cento metri sulla spiaggia di
Pellestrina sul lato mare. Sulla piattaforma dovrebbero essere
realizzati i 79 cassoni di calcestruzzo di 50 metri per 25
per 15 che verranno affondati a sostegno delle dighe mobili.
Alla procura sono stati presentati quattro esposti relativi
al cantiere: due da parte dell’Ecoistituto, uno
della Lipu e uno del Wwf.■
Il dato
Ok solo dalla Regione
■ I cantieri per le
opere complementari al Mose avevano avuto l’ok solo della Direzione Urbanistica
della Regione, dopo una richiesta di verifica dei lavori della soprintendente
ai beni culturali Renata Codello. Se il ministero dell’Ambiente accertasse la
mancanza dei documenti richiesti procederà allo stop dei lavori fino a che non
ricevesse una deroga che autorizza la variante.