Il Venezia                  20 maggio 2007

Mose, cantieri senza i permessi

Lettera del ministero frena i lavori

Dovevano essere costruiti a Cagliari ma alla variante al progetto manca la Via nazionale

Pierluigi Tamburini [email protected]

 

Una lettera per bloccare i cantieri complementari al Mose. L'ha inviata venerdì scorso il ministero dell'Ambiente al Consorzio Venezia Nuova, che sta eseguendo i lavori alle bocche di porto. E la conferma arriva dallo stesso titolare del dicastero romano, Alfonso Pecoraio Scanio. «I dirigenti del ministero dell'Ambiente stanno svolgendo accertamenti sui lavori del Mose» ha affermato il ministro, che ha partecipato ieri a Venezia ad un convegno sui cambiamenti climatici. Cauto ma soddisfatto il sindaco Massimo Cacciari: «Era ora che si risvegliasse l'attenzione su Venezia».

LA LETTERA, partita venerdì da Roma e firmata dal dirigente generale del ministero dell'Ambiente

Bruno Agricola, verrà recapitata al Consorzio Venezia Nuova non prima di domani. È indirizzata per conososcenza anche ai ministeri dei Beni culturali e della Ricerca scientifica, alla Regione Veneto e alla Provincia e Comune di Venezia. Tecnicamente si tratta di una “chiamata a Via nazionale”, cioè di una richiesta di procedere a una Valutazione di impatto ambientale nazionale per i cantieri di prefabbricazione.In pratica finisce sotto inchiesta la piattaforma di calcestruzzo prevista a Pellestrina dove dovrebbero essere realizzati i settantanove cassoni di cemento di cinquanta metri per venticinque

che ospiteranno, una volta completati, le paratoie mobili del Mose. Insieme alla piattaforma è al vaglio del Ministero anche il progetto per il contestatissimo villaggio a Santa Maria del Mare che dovrebbe

ospitare i quattrocento operai addetti alla realizzazione dei cassoni. L'iniziativa del ministero dell'Ambiente è stata originata due diverse segnalazioni. Una è partita circa un mese e mezzo fa per iniziativa di alcuni appartenenti alla commissione di Salvaguardia, l'organo in cui siedono i rappresentanti di diciassette istituzioni tra cui cinque ministeri, l'Asl, i vigili urbani e gli enti locali: Comune, Provincia e la Regione. L'altra segnalazione è stata scritta il 30 aprile scorso dallo stesso sindaco Massimo Cacciari. In entrambi i casi era rilevata la difformità dei due progetti dalle decisioni del Comitatone che dopo anni di polemiche aveva autorizzato i lavori per il Mose.

«La realizzazione dei cassoni doveva avvenire vicino al porto di Cagliari e non certo in aree Sic come quelle di Pellestrina» ricorda Andreina Zitelli, docente di Analisi dei progetti allo Iuav. Una grave difformità quindi rispetto al progetto originario che era stato licenziato. E la variante al progetto non è

fornita di “Via” nazionale ma solo di quella regionale, insufficiente per autorizzare i lavori.

«La mancanza della valutazione nazionale su un progetto rende nulle tutte le autorizzazioni successive - spiega Zitelli – per cui la prassi prevede l'immediata sospensione dei lavori finché non venga valutato se la variante possa o meno essere autorizzata».

Il ministro Pecoraio Scanio non ha voluto aggiungere altri particolari «su una inchiesta che è in corso» limitandosi a commentare: «Il Mose rientra tra le cose fatte male». Mentre, secondo il primo cittadino

lagunare, «ci sono gli estremi per cui qualcuno venga a controllare cosa avviene a Venezia - per poi concludere – indagherà chi di dovere».

 

È Pellestrina l'area nel mirino contestato anche il villaggio

La situazione

La Sovrintendenza ai beni ambientali e architettonici ha negato l'autorizzazione anche al villaggio per 400 persone che dovrebbe sorgere a Santa Maria del Mare, sul lato della laguna. E il progetto è stato bloccato anche dalla Commissione di Salvaguardia perché si tratta di un’opera sulla quale alla Salvaguardia non è mai stata richiesta alcuna autorizzazione preventiva. Mentre sorge su un’area Sic (Sito di interesse ambientale comunitario) la piattaforma di calcestruzzo di 380 metri per 180, poggiata per circa cento metri sulla spiaggia di Pellestrina sul lato mare. Sulla piattaforma dovrebbero essere

realizzati i 79 cassoni di calcestruzzo di 50 metri per 25 per 15 che verranno affondati a sostegno delle dighe mobili.

Alla procura sono stati presentati quattro esposti relativi al cantiere: due da parte dell’Ecoistituto, uno

della Lipu e uno del Wwf.

 

 

Il dato

La procedura

Ok solo dalla Regione

I cantieri per le opere complementari al Mose avevano avuto l’ok solo della Direzione Urbanistica della Regione, dopo una richiesta di verifica dei lavori della soprintendente ai beni culturali Renata Codello. Se il ministero dell’Ambiente accertasse la mancanza dei documenti richiesti procederà allo stop dei lavori fino a che non ricevesse una deroga che autorizza la variante.