IL GAZZETTINO 9 dicembre 2007
"Guerre stellari" in laguna: vongolari in acque proibite scoperti dal satellite
Venezia
Infrarossi, radar di ultima generazione e addirittura satelliti in
grado di individuare un "drifting" (imbarcazione) in acque inquinate
da 200 chilometri di altezza. Con queste sofisticate apparecchiature i
carabinieri di Venezia stanno cercando di vincere la guerra contro gli abusivi
che affollano la laguna. L'altra notte nove pescatori sono stati denunciati dai
carabinieri perchè trovati a pescare in acque altamente inquinate, come lo
specchio della laguna a ridosso di Porto Marghera. Quello compiuto dai carabinieri
del Nucleo natanti non è che l'ultimo di una serie di controlli per cercare di
arginare il fenomeno della pesca abusiva. In questo caso sono state sequestrate
3 tonnellate di vongole, due imbarcazioni tipo "vongolare" lunghe 15
metri ciascuna e un drifting munito di un motore fuoribordo da 250 cavalli.
La denuncia dei nove pescatori (sette sono residenti nel comune di
Chioggia e due in quello di Venezia) è relativa al fatto che questi si
trovavano in acque ove la percentuale di sostanze cancerogene come "octafuranici"
e "octadiossine" supera di 45 volte il limite fissato dalla legge. Di
solito le accuse vanno dalla violazione del regolamento sulla pesca al
danneggiamento ambientale. E in molte occasioni, come è stato più volte
segnalato dagli stessi carabinieri di Venezia, le vongole vengono immesse sul
mercato grazie anche alla falsificazione dei marchi sanitari e di provenienza.
Non vanno poi dimenticati in controlli in Adriatico, visto che i
carabinieri hanno la competenza su tutta la costa veneta. Nell'ultimo servizio
sono state cinque le imbarcazioni sequestrate ed è stato bloccato un carico di
una tonnellata di vongole pescate in orari non consentiti. Le multe elevate
sono state pari a 10mila euro.
Quello che si sta concludendo è stato un anno di intensi controlli
e di pericolosi inseguimenti notturni in laguna. Nonostante gli sforzi compiuti
dagli inquirenti il problema non è affatto risolto e con l'arrivo delle ormai
imminenti festività natalizie, che ingrosseranno in modo considerevole la
richiesta del mercato, non è escluso che possano arrivare altre sorprese. Gli
inquirenti valutano che le vongole vengono vendute anche a dieci euro al chilo
e questo non fa altro che aumentare la ricerca dei preziosi molluschi in alcune
zone della laguna.
«Non c'è solo la salute dei consumatori che deve essere
assolutamente tutelata sotto ogni punto di vista - dicono i militari dell'Arma
di Venezia - ma anche l'ormai fragile ecosistema lagunare, deturpato, distrutto
da attrezzature capaci di rastrellare dai fondali marini, in meno di dieci
minuti, oltre quaranta chili di vongole».
Un affare consistente sul quale i carabinieri del Nucleo natanti
hanno puntato i riflettori da anni. L'attività è molto dura e articolata.
Decine e decine di militari dell'Arma vengono infatti impegnati in pericolosi
inseguimenti notturni a oltre trenta nodi di velocità. I carabinieri si trovano
spesso a dover inseguire i potenti drifting della marineria di Chioggia e molte
di queste imbarcazioni sono infatti specializzate nello slalom tra le bricole
per cercare di sfuggire agli inseguitori in divisa. In qualche caso alcuni
pescatori hanno anche speronato le barche militari.
Per quanto concerne, infine, i controlli nelle acque marittime del
Veneto va ricordato che i carabinieri effettuano anche verifiche sulle
dotazioni di sicurezza all'interno delle imbarcazioni.
G.P.B.
Attenzione a quelle grandi, sono sospette
Sono vere e proprie pompe di filtraggio ed è
per questo che si chiamano "spazzini del mare". Attraverso le vongole
passano infatti tutte le peggiori sostanze inquinanti. A renderle così tanto
pericolose sono soprattutto i metalli pesanti, in particolare cadmio, mercurio,
ma anche le diossine e i colibatteri, o gli stafilococchi. Microorganismi che
possono provocare vari problemi a diversi organi, quali reni, sistema nervoso e
al sistema immunitario e in certi casi avere effetti cancerogeni: un uomo di 70
chili se assumesse 26 grammi di prodotto ricco di diossina potrebbe subire dei
danni.«La vongola è un filtro, più o meno come la cozza, che però non vive nei
fondali. - spiega il dottor Pietro Vio, responsabile per la Regione Veneto
dell'Igiene degli alimenti, la nutrizione e le acque - Resta comunque da vedere
se realmente le vongole, anche se pescate in acque vietate, siano o meno
pericolose, anche se è alquanto probabile soprattutto se sono grosse».
Ma non devono essere i soli metalli pesanti a destare
preoccupazione. Se il molluschi, ad esempio, provengono da zone limitrofe agli
scarichi fognari, possono essere ricche di colibatteri o di stafilococchi. Se
non cucinate bene provocano quindi grossi problemi all'apparato
gastrointestinale. La diossina dà invece problemi a lungo termine. «I danni vengono
provocati dall'accumulo - precisa Vio - Certo che tre o quattro vongole con la
diossina non arrecano danni immediati ed evidenti».
Ma come si fa ad individuare una vongola sicura? Non è così
facile, anche se l'esperto spiega che ad esempio un prodotto molto piccolo
(sotto i due centimetri) sicuramente non è riuscito ancora a riempirsi di
sostanze nocive. Altro sono le vongole grandi, quelle che magari attiranno
maggiormente il palato perchè danno l'idea di essere molto polpose. Più grandi
sono, più vecchie sono e più sostanza nociva possono aver assorbito.
Insomma non si può parlare di rischio puntuale. È vero che in
alcune aree della laguna veneziana è vietato pescare questi molluschi, ed è
altresì vero che in queste aree è facilissimo che il prodotto sia pericoloso.
«L'ideale sarebbe che venissero resi attivi i punti di sbarco
previsti a Chioggia, nella laguna centrale e a nord, dove il prodotto passi per
essere controllato», spiega Vio. A Scandolari ad esempio è stato attivato un
sistema per una più omogenea gestione della risorsa che dà ottimi risultati.
D. B.