Il Gazzettino                                                                                                                            Domenica 6 gennaio 2008

 

Giornale fa in conti in tasca al presidente della Provincia di Bolzano, così Galan (12mila euro mensili) invita a rivedere il libro-inchiesta sui costi della politica

Durnwalder guadagna più di Bush o della Merkel

Al leader altoatesino vanno 25.600 euro al mese, 24.167 al capo della Casa Bianca e 19.300 alla Cancelliera tedesca

 

Mestre

L'erba del vicino, si sa, è sempre più verde. Anche se di questa stagione è coperta di neve. A riaprire la polemica fra Veneto e Alto Adige-Sdtirol, mai sopita dopo il referendum dei tre comuni ladini che hanno chiesto di passare sotto la giurisdizione di Bolzano, è proprio un quotidiano in lingua tedesca della Provincia autonoma, il Tageszeitung, che ha fatto i conti in tasca all'Obmann di casa, Luis Durnwalder, e agli altri vertici della Provincia autonoma. Risultato, i vertici politici di Bolzano guadagnano più dei «cugini» tedeschi, che pure non se la passano male in termini di tenore di vita. Il governatore Luis Durnwalder - scrive il giornale - guadagna 25.600 euro al mese, contro i 19.300 del cancelliere tedesco Angela Merkel. La vicepresidente della giunta provinciale Luisa Gnecchi - prosegue l'inchiesta del Tageszeitung - con 24.300 euro è nettamente più "ricca" del ministro degli esteri tedesco Frank Steinmeier (12.800). Il ministro della Sanità in Germania ha un'indennità di 16.300 euro, mentre l'assessore altoatesino alla Sanità incassa 22.900 euro. In Friuli Venezia Giulia, per fare un confronto con un'altra regione autonoma, l'indennità dei presidenti della Giunta e del Consiglio regionale Riccardo Illy e Alessandro Tesini, è di 8.038 euro netti.

A conti fatti, l'uomo forte della Svp, garante dell'autonomia della minoranza tedesca (che in Provincia è maggioranza schiacciante) guadagna più di tanti politici di prima grandezza. Il presidente americano George W. Bush, stando ai dati pubblicati alcuni mesi fa dal settimanale Panorama, intasca 24.167 euro al mese, il primo ministro britannico Gordon Brown 23.334, il presidente del Consiglio Romano Prodi 7.200 e il presidente francese Nicolas Sarkozy appena 6.600 euro.

Apriti cielo. Il governatore veneto Giancarlo Galan, che giusto un paio di giorni fa aveva avuto da ridire sul pranzo fra Durnwalder e Prodi con il caso-Cortina piatto forte del menu, non ci pensa due volte a far sapere la sua. E suggerisce agli autori del best-seller «La Casta», che ha originato il dibattito sui costi della politica, ad aggiornare il loro volume: «Al vendutissimo "La Casta" - scrive Galan attraverso il suo portavoce - è sfuggito, almeno così mi sembra, il nome di Luis Durnwalder. Del «compagno» Durnwalder, compagno certamente, perché è grazie anche a lui se il governo di centrosinistra sta in piedi, al Senato per esempio». Il governatore del Veneto ricorda che «mentre al Galan di centrodestra si dedica più di una pagina per dire cose non vere sui costi delle cosiddette "autoblù" che il Veneto avrebbe deciso di usare, al povero Durnwalder, che si batte per far passare alcuni comuni del Veneto in Alto Adige, non viene riservata nemmeno una parola». Da parte sua Galan precisa di ricevere «tra gli 11 mila e i 12 mila euro al mese», meno della metà delle spettanze di Durnwalder. «Con il suo stipendio, in realtà - conclude - l'amico potrebbe benissimo finanziare ancor di più e meglio iniziative a favore dell'identità culturale dei ladini, magari smettendo di interpretare il ruolo di padrino di patrie che non esistono».

L'affondo non cade nel vuoto. Da Bolzano la vice presidente della Giunta provinciale Luisa Gnecchi, diessina, ammette che è «evidente che in un Paese dove metà dei cittadini arriva a stento a mille euro certe indennità sono troppo alte». E pur ricordando che metà della propria indennità viene versata al partito, Gnecchi aggiunge che «sarebbe necessario valutare quali sono i servizi necessari per poter far lavorare agevolmente gli eletti, e, una volta garantiti questi servizi, bisognerebbe lavorare sulle indennità».

E su queste, come si direbbe in politica, il dibattito è aperto. Proprio il 1. gennaio doveva scattare l'aumento dello stipendio dei consiglieri regionali, legato alle indennità dei parlamentari e a quelle dei magistrati. Ma lo scatto è per ora «congelato» dalla decisione della Camera di sospendere l'aumento, una decisione che non è stata seguita dai colleghi del Senato aprendo un conflitto istituzionale che dovrà essere risolto quanto prima. In attesa dell'aumento, i consiglieri di Palazzo Ferro Fini si devono «accontentare» di 7.608 euro (ovvero il 65 per cento dell'indennità dei parlamentari). A questa cifra vanno aggiunte le indennità spettanti a chi svolge attività istituzionali all'interno dell'assemblea (ovvero a 56 dei 60 consiglieri), che variano da 1.170 a 4.096 euro, e le diarie a titolo di rimborso spese per recarsi alle sedute consiliari. Come dire che, in totale, in Veneto si raggiungono i diecimila euro al mese (lordi) di indennità. Più o meno la paga di un dirigente d'azienda.

A.Fr.