Il Gazzettino                                                                                           16.01.2007

La provocazione del professor Ortalli: “Questa città sta morendo e gli amministratori si limitano ai cerotti. E Italia Nostra vuole parlarne con Rutelli

“Il destino di Venezia? Più che Disneyland, diventerà Club Med”

 

(r. br.) Non tanto una Disneyland per tutti, quanto un Club Med esclusivo, dove chi potrà permetterselo si comprerà il suo pezzo di Venezia. Gerardo Ortalli il futuro della città d'acqua lo vede così. Lo storico, professore di Ca' Foscari, punto di riferimento di Italia Nostra in città, non si stanca di mettere in guardia da una deriva che sta uccidendo la città Venezia per trasformarla in qualcosa di diverso. A giorni proprio Italia Nostra chiederà un incontro al ministro dei beni culturali, Francesco Rutelli, per discutere proprio dei problemi della salvaguardia di Venezia. «Un'iniziativa dell'associazione a livello nazionale - tiene a precisare Ortalli -. Gli incontri di Italia Nostra con il ministro sono periodici. E questo sarà dedicato interamente a Venezia». A cominciare dallo smacco di Punta della Dogana. Italia Nostra, come noto, si era duramente opposta al progetto di Palazzo Grassi firmato da Tadao Ando che alla fine, nonostante le proteste, ha avuto il via libera dalla commissione di salvaguardia.

«Gli interessi sono stati preminenti - commenta Ortalli -. Ora bisognerà vigilare sul tipo di materiali che saranno usati. Ma la vicenda di Punta della Dogana è solo l'ultima, se non la penultima, di una lunga lista. C'è il problema delle grandi navi; quello dello scavo dei canali portuali che arriveranno a 12 metri, con la questione collegata dello smaltimento dei fanghi nocivi: possibile che, per quest'attività, ci sia ancora il commissariamento, questo significa che vengono bypassate tutte le norme! É anomala anche la situazione della commissione di salvaguardia che fa tutto, ma poca salvaguardia. Intanto non dovrebbe essere presieduta da chi fa il commissario ai fanghi (l'ingegner Roberto Casarin, segretario regionale di ambiente e territorio, ndr.). Se la commissione deve funzionare, cosa che non sempre accade, bisognerebbe ripensare anche ad altre incompatibilità: non ha senso che ci siano professionisti che operano nel settore che dovrebbero controllare. Io, ovviamente, parlo in via teorica» tiene a precisare il professore. Ma che ci siano professionisti di questo tipo tra i membri della salvaguardia è, peraltro, cosa nota.

Solo un esempio, tra i tanti, di una crisi più generale e grave della città. «Talmente grave che va affrontato a livello centrale - continua Ortalli -. La politica dei cerotti, con cui si è proceduto finora, non è più sufficiente. Il problema della residenza, in particolare, sta uccidendo Venezia. Non c'è un solo progetto che non corra dietro alla deriva turistica, e questa gestione della città a pezzetti, che segue tutta una serie di interessi particolari, sta portando alla paralisi di una politica di salvaguardia. Una volta pensavo che il destino sarebbe stato Disneyland, ora penso piuttosto ad una Club Med di alto prestigio. Qui infatti non potranno mai essere accolti i tre milioni di cinesi vagheggiati a suo tempo. Non c'è lo spazio materiale. Invece, attraverso questo passaggio per Disneyland, avverrà un'ulteriore selezione verso una realtà in cui chi ha i soldi si comprerà il suo pezzetto di Venezia: chi la galleria d'arte, chi lo scenario per un flirt romantico, chi quello per le sue contemplazioni estetiche. Insomma avremo sempre il solito terziario turistico, ma meno di massa, più selezionato. I muri anche resteranno, ma la città sarà morta. Purtroppo salti del genere la cultura amministrativa non li riesce a fare. Qui non hanno ancora capito che il turismo è una risorsa, ma come tutte le risorse non può essere sfruttata oltre il compatibile».