Il Gazzettino 2.8.2008

 

L’assessore Rumiz promette che entro la fine legislatura non ci saranno più abitazioni vuote. E annuncia: «A Venezia parecchi nuovi residenti»

«Assegneremo tutte le case comunali»

 

Mara Rumiz, assessore alle Politiche della residenza, si sbilancia e promette: «Entro due anni, termine della legislatura comunale, tutti gli alloggi di proprietà comunale saranno affittati; basta con le case vuote». L'assessore si è espresso durante il convegno "Mobilità residenziale: Venezia e la concorrenzialità del suo hinterland", ieri sera a Ca' Farsetti. Un mosaico di dati riferiti all'abitare Venezia, che ha espresso dati sorprendenti: in soli 4 anni mille appartamenti ammobiliati, abitati da famiglie, sono diventati alloggi turistici, sottratti quindi al mercato residenziale. «Tuttavia - ha commentato Mara Rumiz - il saldo demografico non sarebbe cattivo, meglio certo di alcuni anni fa. A Venezia c'è chi vorrebbe tornare e parecchi sono i nuovi residenti. Purtroppo la popolazione è invecchiata e per questa ragione il saldo è sempre in negativo».

 

 

 

Ieri in un convegno sono stati resi noti i risultati di una ricerca del Coses su come sta cambiando la residenzialità in centro storico. In tre anni gli appartamenti per turisti sono triplicati

Ecco come gli affittacamere hanno «sfrattato» i veneziani

Sulla carenza di case l’assessore Rumiz striglia l’Ater: «È indecente che gli alloggi pubblici non vengano utilizzati»

 

Entro la fine del mandato istituzionale, tutte le case di proprietà comunale saranno affittate. Lo ha promesso ieri sera Mara Rumiz, assessore alle Politiche della residenza, nel corso del convegno "Mobilità residenziale: Venezia e concorrenzialità del suo interland", che ha avuto luogo a Ca' Farsetti. L'assessore si è quindi rivolta all'Ater, perchè «l'azienda possiede molte abitazioni vuote nel Comune, quindi auspico che sia responsabile delle sue proprietà. Per ciò che ci riguarda considero indecente che gli alloggi pubblici non vengano utilizzati».Insomma, tra 2 anni, termine naturale della legislatura, almeno tutte le proprietà comunali dovrebbero essere occupate. Tuttavia il convegno non ha analizzato gli interventi amministrativi passati o futuri, piuttosto ha offerto una fotografia dettagliata sociale, demografica ed urbanistica, capace di offrire all'amministrazione strumenti di analisi, per una successiva riflessione, capace di realizzare interventi. Lo studio è stato affidato al Coses (consorzio per la ricerca e formazione), che ha utilizzato altri soggetti di ricerca statistica. I primi dati sono stati sorprendenti ed hanno dimostrato come le strutture ricettive extralberghiere abbiano sottratto spazi alla residenza. «Questa particolare offerta ricettiva - ha spiegato Francesco Sbetti, di "Sistema" - prevede 3 tipologie: unità abitative ad uso turistico, affittacamere e bed&breakfast. Non sono tanto questi ultimi a preoccupare, ma l'incremento degli appartamenti ammobiliati concessi ad uso turistico: più di mille, a confronto con il totale delle tipologie exztralberghiere: 1227. Queste locazioni erano appartamenti abitati da famiglie, in soli 4 anni diventati turistici e sottratti dal mercato residenziale nel centro storico veneziano». Alcune cifre: nel 2004 gli appartamenti ammobiliati del centro storico erano appena 300, ora hanno superato il migliaio per un totale di 6mila posti letto. Paradossalmente, un decimo dell'intera popolazione del centro storico veneziano. I bed&breakfast risultano 281, mentre gli affittacamere sono 286. Altri dati sono stati forniti da Anna Renzini, dirigente dell'assessorato e direttrice dell'Osservatorio Casa.«Non demonizziamo il turismo - ha suggerito la Renzini - ma sembra evidente come la vocazione turistica di Venezia sottragga parte del patrimonio all'uso dei cittadini residenti. Nel comune di Venezia, poi, risiedono 169mila persone, circa 6400 in meno rispetto al Duemila. In quest'arco temporale il numero degli stranieri è triplicato, raggiungendo le 17mila unità. nel 2001 sono stati censiti 127.062 alloggi adibiti ad uso abitativo; le famiglie censite sono 126mila nel 2006: la situazione dovrtebbe essere quindi buona, invece si riscontrano grandi problemi fra la domanda e l'offerta».

Tullio Cardona