Il Gazzettino                                                                                                 21 febbraio 2008

 

 

Aviano: «Lavoratori cercansi, ma che non siano italiani»

L’annuncio è comparso sul giornale interno della Base Usa Aggirati gli accordi Nato forse per evitare di pagare in euro

Pordenone

NOSTRA REDAZIONE

Personale civile italiano escluso dalla partecipazione alle selezioni per posti di lavoro all'interno della Base Usaf: ad Aviano scoppia il caso e il sindacato denuncia una situazione che preoccupa sempre di più.

La presenza nelle basi militari e l'occupazione civile nelle strutture statunitensi in Italia sono regolate da un accordo Nato. Non è il primo tentativo di scavalcarlo, ma stavolta è stato messo "nero su bianco". Nessun documento ufficiale. Né nuovi accordi che superino quelli in vigore ormai da decenni. A finire nel mirino del sindacato della base militare friulana è un annuncio apparso nei giorni scorsi sul settimanale della comunità, il "Compass" che ha recentemente sostituito lo storico "Vigileer".

Nello spazio dedicato alle offerte di lavoro si comunica la ricerca di personale per ricoprire diversi incarichi, in particolare con mansioni di cuoco, aiuto-cuoco, addetto alla reception delle foresterie del 31. Fighter Wing (lo squadrone di F-16 di casa ad Aviano), addetti alle camere negli alberghi interni, cassiere nei negozi e anche specialisti in informatica. I posti sono messi a disposizione dal reparto che si occupa della gestione dei servizi (mense, alberghi, foresterie, palestre, piscine e golf-club) all'interno di quello che è un angolo degli States nel Nordest. Fin qui nulla di strano. Nell'annuncio si spiega, però, che «i posti sono riservati a personale civile americano e a cittadini dei Paesi membri della Nato, esclusi quelli del Paese ospite, l'Italia».

Un provvedimento che - in assenza di una motivazione ufficiale che non è arrivata dalla Base - potrebbe trovare origine dalla necessità di abbattere i costi. I contratti italiani sono evidentemente più onerosi (e in euro) di quelli previsti per il personale Usa e di molti altri Paesi europei (in dollari). La cosa non è, però, passata inosservata alle organizzazioni sindacali che, già da alcuni anni, stanno portando avanti una battaglia per la tutela e la difesa dell'occupazione locale.

«Siamo molto preoccupati - sottolinea Eugenio Sabelli, responsabile della Fisascat-Cisl nella base avianese - poiché continua da parte dei vertici statunitensi il comportamento irregolare nelle selezioni e nell'impiego di personale in alcuni contesti. Si tratta di ruoli e posizioni che sono state tradizionalmente ricoperte da personale italiano, ma che da qualche tempo vengono affidate a personale civile statunitense. È una pratica che riteniamo irregolare e contraria agli accordi e alla normativa italiana e che più volte abbiamo denunciato senza però ottenere risposte chiare e precise nel merito».

Nel 31. squadrone del "services" - la struttura che ricerca il personale attraverso l'annuncio - lavorano attualmente circa 180 addetti italiani (sui complessivi ottocento) che ricoprono diversi ruoli, molti dei quali uguali a quelli indicati nell'annuncio del giornale on-line. Quasi 150 sono, invece, i lavoratori civili americani. «È proprio questo - continua il rappresentate della Cisl pordenonese - che noi contestiamo. La normativa italiana in materia è precisa: il personale civile americano deve ricoprire ruoli che siano di supporto e al seguito delle forze armate americane, assunto negli Stati Uniti e soltanto in missione in Italia». Più volte, anche recentemente, i rappresentati sindacali hanno chiesto l'avvio di un confronto per avere un chiarimento sulla vicenda. «Ci è sempre stato risposto - informa il delegato sindacale - che alcuni posti possono essere occupati da personale americano. Punto e non si discute».

Eppure il sindacato continua a fare presente che la Convenzione tra gli stati membri del Trattato Nordatalantico sullo statuto delle forze armate del 1951 (recepito dallo Stato italiano con la legge 1.335 del 30 novembre del 1955) prevede che le necessità locali di manodopera devono essere ricoperte da personale europeo secondo le normative italiane del lavoro.

Davide Lisetto

 

Il sindaco: «E' un'iniziativa inaccettabile»

Sia il primo cittadino (di centrosinistra) che il suo predecessore (Cdl) esigono spiegazioni dai vertici statunitensi

Pordenone

NOSTRA REDAZIONE

«La questione delle assunzioni di personale civile non italiano nella base Usaf non è nuova. So che il problema esiste da un po' di tempo, per questo mi attiverò per verificare con i sindacati quest'ultimo episodio. Se così fosse sarebbe una situazione inaccettabile».

Stefano Del Cont Bernard, sindaco di Aviano dal maggio 2007 con una coalizione di centrosinistra, intende chiedere al più presto anche un incontro con il comando della Base che si trova nel suo Comune. «Cercherò il comandante - assicura il primo cittadino - per avere un chiarimento sulla vicenda. E per capire se si tratta soltanto di alcuni episodi che non devono preoccupare più di tanto, oppure se siamo di fronte a un tentativo di ridurre a poco a poco la manodopera italiana. So, poiché tra me e il generale Craig Franklin ci sono buonissimi rapporti, che il comandante è persona molto sensibile ai rapporti con il territorio e anche alla questione delle risorse umane e del personale italiano. Sono certo che troveremo una spiegazione, anche perché si tratta di proseguire nel rispetto di normative che sono in vigore da alcuni decenni e che sono sempre state rispettate. Tranne che negli ultimi anni».

Nel frattempo il sindaco esprime il suo «pieno sostegno» al sindacato e agli addetti civili, molti dei quali risiedono proprio ad Aviano. «La posizione della nostra amministrazione - spiega Del Cont Bernard - è quella di tutelare, e semmai incentivare, i posti di lavoro nella base. Anche perché il principio che sta dietro ai vecchi accordi internazionali e nazionali, mai cambiati, che regolano la presenza delle basi in Italia è quello della compensazione ai disagi che derivano dalla presenza di una servitù militare di questa portata. I posti di lavoro riservati per diritto, cioé per legge, ad addetti locali costituiscono proprio una compensazione ai disagi e ai costi che come comunità territoriale paghiamo proprio per la presenza di una grande aerobase che comporta un certo tipo di impatto, non solo ambientale». L'auspicio del sindaco è, dunque, quello di aprire un confronto con il vertice militare della cittadella Usa avianese. «Ci sono - afferma ancora - molti anni di positivi e proficui rapporti che devono continuare. Sarebbe un peccato se, magari per una questione legata a un certo risparmio economico sui contratti di lavoro, si creasse disagio sociale e preoccupazione tra gli addetti italiani».

Anche Riccardo Berto, ex sindaco della cittadina pedemontana e oggi consigliere comunale di minoranza, ritiene opportuno un incontro con i vertici dell'Us Air Force. «Il problema esiste - sostiene l'ex primo cittadino della Casa della Libertà, oggi all'opposizione con due liste civiche che nove mesi fa hanno raccolto il 31\% dei voti - perciò come amministratori abbiamo il dovere di aprire un confronto. Questo però può essere fatto solo se c'è un rapporto di dialogo corretto e continuo con il comando militare. La cosa diventa un po' più difficile - sottolinea Berto con un velo polemico - se il sindaco partecipa a manifestazione anti-base. La politica e le convinzioni personali devono esulare da quelli che sono gli interessi e i bisogni della comunità e delle famiglie. È giusto, per altro, che i prezzi che la comunità paga in termini di disagio e di disturbo, che inevitabilmente la presenza di una base militare comporta, siano ripagati da precise garanzie. E una di queste è da sempre proprio l'utilizzo di manodopera del posto attraverso l'occupazione di cittadini italiani».

D. L.

 

La base Usaf di Aviano è insediata, ...

La base Usaf di Aviano è insediata, dalla metà degli anni 50, nell'aeroporto "Pagliano e Gori" dell'Aeronautica militare. Il trattato bilaterale tra Italia e Stati Uniti - rinnovato nel 1993 - prevede che complessivamente nella base pordenonese possano esserci fino a 3.800 militari americani. Un numero che con gli attuali 3.500-3.600 soldati, non è raggiunto, ma che può variare di giorno in giorno. Tra militari, personale civile della Difesa (circa 200 persone) e le famiglie, negli ultimi anni ad Aviano vivono in media circa novemila americani. Mentre gli addetti civili italiani sono circa ottocento. Alla base alloggiano solo i militari "single", quelli con famiglia al seguito abitano nella comunità locale, quindi all'esterno.

Base e aeroporto in realtà sono italiani, e sotto il comando italiano ci sono circa 230 tra ufficiali, sottufficiali e truppa. La base ospita il 31° stormo Fighter wing. Gli F16 - una quarantina organizzati in due squadroni impegnati negli anni '90 nelle guerre dei Balcani - sono cacciabombardieri leggeri in servizio dalla fine degli anni '70. Gli F16 (Fighting Falcon) sono velivoli da combattimento multiruolo, possono svolgere cioè funzioni che vanno dall'attacco al suolo al combattimento aria-aria. La base può ospitare anche 8 elicotteri UH60 (Utility elicopter), che in passato sono stati schierati in Kuwait. Nella struttura - anche se mai confermato ufficialmente - vengono ospitate anche alcune decine di testate nucleari.

 

Il Gazzettino                                                                                                                                                                      22 febbraio 2008

Niente italiani ad Aviano: gli Usa si scusano

Ma per la richiesta di personale riservata agli stranieri, il governatore del Friuli Illy scrive all’ambasciatore americano Pordenone

NOSTRA REDAZIONE

Assunzioni nella Base Usaf di Aviano con l'esclusione dei dipendenti italiani, il vertice militare americano fa "dietrofront" ammette che si è trattato di un errore e chiede scusa. Ieri - dopo una lunga giornata di verifiche, smentite, controsmentite e tentativi di spiegazione - è arrivata la nota ufficiale del 31mo stormo Fighter Wing. Ma il presidente della Regione Riccardo Illy, al fine di avere un chiarimento definitivo, ha deciso di scrivere all'Ambasciata statunitense.

«Il testo specifico - si legge nella nota ufficiale Usaf - pubblicato sul notiziario "Compass", riguardante l'annuncio di lavoro nell'aeroporto di Aviano, non era corretto. I responsabili militari della base stanno adottando misure correttive in proposito e si scusano per la confusione generata dal non aver adottato una dicitura più chiara». Il comandante della base, generale di brigata aerea Craig Franklin, precisa: «Asserire che la Base aerea di Aviano non vuole gli Italiani, non può essere così lontano dalla verità. Siamo uno tra i principali datori di lavoro per i cittadini italiani nella provincia di Pordenone. Includendo gli stagionali, l'aeroporto impiega più di 800 lavoratori italiani. Le procedure di assunzione sono in accordo con le condizioni d'impiego stabilite tra le autorità italiane e statunitensi». E infine l'alto ufficiale tesse le lodi del personale italiano impiegato che «costituisce la spina dorsale della base aerea di Aviano. Senza la loro continuità e professionalità non saremmo in grado di compiere la nostra missione con successo».

Le spiegazione della Base non hanno però convinto fino in fondo il presidente della Regione, Riccardo Illy, e il sindaco di Aviano Del Cont Bernard. Il primo ha scritto una lettera all'Ambasciata Usa in Italia. Il secondo ha ribadito la richiesta di un incontro urgente con il comando. Illy si è dissociato quando ilsuoassessore Roberto Antonaz (Prc) ha attaccato la Base Usaf. Non solo. Ha accettato igradi di Comandante onorario, ha fatto un volo su un F-16 e ha avuto sempre ottimi rapporti con i vertici militari Usaf. Questa volta, però, quanto accaduto è andato oltre.

È così Illy ha inviato una lettera all'ambasciatore Usa in Italia, Ronald Spogli. Nella missiva chiede conto dell'esclusione dei lavoratori italiani riportata nel bando "scoperto" ieri dal Gazzettino. In pratica il governatore vuole sapere nel dettaglio il perchè di questa scelta che «ha causato - sottolinea Illy - un generale e vivo malcontento da parte delle forze politiche, sociali e dei cittadini». Ieri la Regione ha cercato direttamente di avere un chiarimento con i vertici della Base, ma a quanto pare non sarebbe arrivato o comunque non sarebbe stato convincente. Proprio per questo il governatore ha deciso di procedere attraverso la lettera partita nel tardo pomeriggio. Un passo formale che già nei prossimi giorni potrebbe avere una risposta ufficiale da parte dell'Ambasciata statunitense.

A prendere posizione è stato anche il sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello. È pur vero che il primo cittadino del capoluogo ha sempre declinato, seppur gentilmente, gli inviti a volare sull'F-16 e a diventare Comandante onorario, ma i rapporti tra il Comune capoluogo e la Base di Aviano sono sempre stati molto cordiali. «Voglio capire il perchè di questa scelta - ha commentato Bolzonello - che onestamente non riesco a inquadrare nel suo significato. È necessario che arrivino risposte chiare, altrimenti posso già annunciare che non parteciperò più a incontri ufficiali».

Re. Po.

LE REAZIONI

Deiana (commissione Difesa): in casi simili deve intervenire il governo

«È una questione di cui le autorità italiane si devono occupare»: l'on. Elettra Deiana (Rifondazione) vicepresidente della commissione Difesa della Camera ritiene che il «no Italy» ad Aviano non sia da lasciar passare senza reazioni: «È la conferma di quanto sostengo da tempo: fra le regole per le basi Usa in Italia c'è un deficit di sovranità. Loro fanno quello che vogliono». Poi, la Deiana aggiunge: «L'eventuale ragione di non pagare il personale italiano in euro non esiste: loro stanno in un Paese con l'euro e quindi si adattino». La vicepresidente della commissione Difesa, decisa ad approfondire il caso, avanza una diversa ipotesi: «Credo - dice infatti l'esponente Prc - che si tratti di un modo per tener fuori i sindacati. Anche ammesso che i tedeschi vengano a lavorare come cuochi in Italia, in ogni caso è difficile che si portino sindacalisti. Invece, gli italiani hanno la possibilità di tutela sindacale. Tra l'altro uno degli argomenti che abbiamo più volte sollevato è appunto quello della presenza sindacale nelle basi Usa.

La conclusione è severa: «In ogni caso quali che siano le ragioni, di quanto accaduto sono tutte ragioni che rimandano al fatto "chi decide?". Insomma, qual è la sovrabnità che si esercita nelle basi, fattualmente e non formalmente? Il governo si deve assolutamente occupare della questione».

Intanto dal Friuli rimbalza la notizia di un incontro - previsto per questa mattina - tra il sindaco avianese Stefano Del Cont Bernard e un delegazione della Fisascat-Cisl, il sindacato dei dipendenti civili della struttura militare. «Voglio avere la visione - ha detto il primo cittadino - chiara e completa di quello che può essere accaduto. E in particolare della situazione che prosegue da qualche tempo in merito all'assegnazione di posti di lavoro a persone con cittadinanza americana che andrebbero invece ricoperti da civili italiani».

Il sindaco ha inoltre confermato la richiesta di un incontro con il comandante della Base, il brigadier generale Craig Frannklin. «Non credo - ha aggiunto Del Cont Bernard - ci siano disegni discriminatori ma semplicemente una valutazione di tipo economico che contiamo si possa rimuovere al più presto. Penso inoltre che la decisione, proprioo perché grossolana, non sia stata partorita dai vertici militari, ma potrebbe essere da ascrivere all'ufficio personale che ha voluto dare un'interpretazione restrittiva al solo scopo, molto probabilmente, di contenere i costi». Ma per chiarire ogni aspetto della vicenda il primo cittadino attende l'incontro con il vertice della base.

Intanto sulla vicenda è intervenuta anche vicepresidente dei deputati Verdi. «Non è vero che le basi militari portano benessere economico ai territori che le ospitano ma solo inquinamento e subalternità politica e culturale». Così Luana Zanella, ha commentato la notizia dell'esclusione degli italiani dalla selezione di nuovo personale civile per la base di Aviano . «Si tratta di un vero e proprio scandalo: speriamo - aggiunge Zanella - che se ne rendano conto anche i paladini della costruzione della nuova base di Vicenza».

 

«Ma i precedenti ci sono»

Il sindacato: casi eccezionali, come i docenti di madrelingua Pordenone

NOSTRA REDAZIONE

Assunzioni di non italiani ad Aviano , la Base Usaf fa marcia indietro e si scusa affermando che «le procedure di assunzione sono in accordo con le condizioni di impiego stabilite tra autorità italiane e statunitensi». Questa, in sintesi, la posizione del vertice dell'Usaf. I dubbi e la denuncia di una situazione che - secondo il sindacato anche se in modo informale e strisciante - continua da qualche anno restano tutti. Tanto che anche ieri il rappresentate della Fisascat Cisl ha ribadito: «Spesso vengono ricoperti ruoli, come cuochi o cassiere, che poco hanno a che vedere con la missione dell'esercito americano. E che quindi noi continuiamo a considerare destinati a lavoratori italiani».

All'interno delle Basi statunitensi operano sia civili italiani che statunitensi. Per questi ultimi vigono, però, delle regole diverse rispetto ai dipendenti italiani. Fra i lavoratori stranieri - ad Aviano solo oltre duecento gli addetti civili provenienti dagli Stati Uniti - secondo gli accordi degli anni Cinquanta che regolano la presenza delle basi in Italia, sono assunti negli Usa e vengono considerati dunque "in missione" nel nostro Paese, oppure negli altri Stati della Nato.

Per questo motivo la Cisl ritiene che la formula utilizzata nell'annuncio sul settimanale della base (other than Italy, tranne dall'Italia) sia per consentire l'assunzione di personale statunitense, ma che in realtà non si tratti di dipendenti che rispondono alle qualifiche previste dagli accordi. «C'è insomma il tentativo - spiegano dal sindacato degli addetti italiani - di assumere qui manodopera non italiana impiegandola in ruoli che spetterebbero a civili italiani».

Ci sono diversi esempi di impiego di addetti civili americani sui quali il vertice dell'Usaf e il sindacato hanno sempre trovato gli accordi. Nelle scuole interne alla "cittadella Usa" - dove gravita una comunità americana di circa novemila persone - la stragrande maggioranza degli insegnanti è di nazionalità americana. In particolare nelle scuole medie e nel liceo. «Ciò è previsto - spiega il sindacato - poiché ci sono norme per gli studenti costretti a frequentare fuori dal loro Paese. Perciò i professori devono essere statunitensi». Un altro esempio che rende l'idea della distinzione dei ruoli è dato da personale di tipo specialistico: nell'ufficio investigativo della base ha operato per molti anni anche un civile italiano. Quando è andato in pensione è stato sostituto da un americano. Alla richiesta di spiegazioni dei sindacati il comando militare ha risposto che si trattava di un ruolo strategico e una specifica nuova legge prevedeva esclusivamente l'impiego di personale Usa. «E anche in questo caso - conclude la Cisl - ci è sembrato giusto. In molti altri casi, per incarichi di manodopera generica, l'utilizzo di addetti non italiani ci pare illegittima».

D. L.

 

Il Gazzettino                                                                                                                                                               23 febbraio 2008

Il «caso Aviano», solo un errore

PORDENONE –

Una nuova commissione interna che si occuperà dei futuri bandi per le assunzioni di personale all'interno della Base Usaf di Aviano . La costituzione di un gruppo di studio interno che correggerà l'annuncio-bando che ha escluso i dipendenti civili italiani - provocando la sollevazione del sindacato e la lettera all'ambasciatore Usa da parte del presidente della Regione Riccardo Illy - e che cercherà di evitare per il futuro nuovi errori o incomprensioni è stata annunciata ieri mattina dai vertici della struttura militare Usaf nel corso di un incontro con il sindaco avianese Stefano Del Cont Bernard.

Un summit che era stato chiesto dal primo cittadino all'indomani della notizia dell'esclusione dei dipendenti civili dalla selezione di personale per ricoprire alcuni posti di lavoro (in particolare come cuochi, cameriere addetti alla reception delle foresterie) all'interno della "cittadella militare a stelle e strisce". L'ex colonnello Gary Lagassey - nel ruolo di responsabile delle relazioni esterne del comando e delegato dal comandante della Base Craig Frnklin che ieri era in Germania per un impegno urgente - e il comandante dell'aeroporto italiano, colonnello Roberto Sardo, nell'incontro che si è svolto nel municipio avianese hanno ribadito: «La formulazione del bando non era corretta perciò si provvederà a modificarla cercando di evitare in futuro simili inconvenienti». Il primo cittadino ha preso atto, ma ha anche sottolineato che (seppur chiarito che l'annuncio sul giornale interno alla base non era corretto) il problema relativo alle assunzioni di personale civile Usa in posti che spetterebbero a lavoratori italiani resta aperto.

«Ho fatto presente ai vertici militari italiano e americano - ha riferito il sindaco al termine dell'incontro giudicato "positivo e costruttivo" - che capiamo possa essersi trattato di un errore. Ma ci pare che sia un errore di interpretazione degli accordi Nato e della normativa italiana che prevedono due "regimi" diversi per le assunzioni di personale americano e personale italiano. Probabilmente è stata usata la formula per le assunzioni di civili americani che però non sarebbe quella giusta». Il portavoce del comando Usa ha sostenuto che per dirimere le questioni relative alle assunzioni c'è una commissione nazionale per tutte le basi Usaf italiane. Commissione alla quale il "caso Aviano " sarà presto sottoposto. «L'ex colonnello Lagassey - continua il sindaco - ha anche spiegato che, a volte, c'è la necessità di assumere personale Usa per non penalizzare, anche economicamente, familiari di militari che arrivano in Italia ma che qui non possono lavorare. Di qui la necessità di "riservare" alcuni posti di lavoro a civili Usa. Posti che però - ribadisce Del Cont - spetterebbero agli italiani anche come compensazione della presenza e dell'impatto della Base sul territorio».

D.L.