IL GAZZETTINO 7 maggio 2008
Iniziativa della Procura generale sulla
sicurezza per fermare l’aumento degli incidenti |
Fortuna: «Troppi morti sul lavoro Confisca delle aziende
pericolose» |
Venezia Per combattere il fenomeno crescente degli infortuni sul lavoro
è necessario lavorare per promuovere una vera «cultura della sicurezza», ma è
anche necessario rendere efficiente l'attività di repressione dei reati,
applicando in maniera completa la normativa in vigore. E dunque perseguendo
gli enti e le imprese che la violano, applicando le pesanti sanzioni
previste: multe "salate", sospensione e perfino chiusura delle
aziende poco sicure. Lo ha dichiarato ieri il procuratore generale Ennio Fortuna
nella conferenza stampa ospitata nella sede dell'Ordine dei giornalisti, nel
corso della quale ha illustrato il protocollo operativo predisposto in
materia di infortuni sul lavoro con l'obiettivo di coordinare l'attività di
forze dell'ordine e magistrati. Un'iniziativa importante che ha un obiettivo
preciso: aumentare la prevenzione, attraverso una più efficiente repressione. «Ci sono troppi morti, troppi feriti sul lavoro», ha denunciato
Fortuna. «Il trend è in aumento, soprattutto di casi gravi - ha aggiunto il
sostituto procuratore generale Bruno Cherchi - Gli enti preposti ai controlli
e alla repressione sono troppi: è auspicabile una semplificazione delle
competenze, ma anche una maggiore preparazione del personale incaricato,
affinché i rilievi sui luoghi degli incidenti vengano effettuati
correttamente, così da non disperdere prove importanti per i successivi
processi». Il protocollo operativo è stato trasmesso a tutte le forze di
polizia e ai magistrati della regione, con l'indicazione dettagliata degli
adempimenti indispensabili e delle procedure da seguire: «Queste circolari
nascono da una sollecitazione degli stessi magistrati veneti - ha spiegato il
pg Fortuna - Vi è un problema di coordinamento delle forze di polizia e di
confusione di ruoli che speriamo di poter superare». La legge attribuisce un ruolo di coordinamento alle Ulss e al
loro braccio operativo in materia di sicurezza sul lavoro, lo Spisal. Ma in
caso di incidente invervengono anche polizia, carabinieri, vigili del fuoco e
parte attiva nei procedimenti è l'Inail.Oltre alle responsabilità personali
di titolari e addetti alla sicurezza di cantieri e aziende, perseguiti
penalmente, la legge ha introdotto una responsabilità economica dell'ente o
della società nella quale si verifica l'incidente (o che ha appaltato i
lavori senza accertare il rispetto delle norme di sicurezza da parte di cui
esegue le opere): la Procura può citare a giudizio chi viola le norme
antinfortunistiche, chiedendo sequestri, sospensioni di attività, perfino la
confisca delle aziende ritenute pericolose. «Queste procedure, finora poco
applicate a causa della complessità delle procedure, dovranno essere
utilizzate per reprimere i reati e, al tempo stesso, fare prevenzione - ha
concluso il pg Fortuna - Di fronte al concreto rischio di chiudere
l'attività, gli imprenditori saranno costretti ad investire di più sulla
sicurezza». |