IL GAZZETTINO

28 maggio 2008

 

Licenziata ieri dalla giunta regionale, ...

 

Licenziata ieri dalla giunta regionale, la nuova legge sul turismo è pronta ad affrontare l'aula consiliare di Palazzo Ferro Fini prima di diventare a tutti gli effetti il nuovo strumento che regolerà il primo settore economico del Veneto e di Venezia. Una legge attesa da anni, oggetto di discussioni e polemiche. Attesa soprattutto per il centro storico, visto il grande contributo che il turismo veneziano dà a quello regionale. La legge porta il nome di Luca Zaia, oggi ministro dell'agricoltura, ma già vicepresidente della Regione con delega al turismo.

La nuova legislazione riorganizzerà un comparto che non ha rivali in Italia, capace di 60 milioni di presenze all'anno e destinato, grazie a questo strumento, a frantumare i primati. Secondo i dati della Regione, il 2007 per il turismo veneto è risultato l'anno migliore dell'ultimo decennio: rispetto al 1997 gli arrivi sono aumentati del 36,7\% e le presenze del 18,8\%. Nel confronto con il 2006 gli incrementi sono stati rispettivamente del 5,3\% e del 3,7\%. Un trend simile si è registrato a Venezia.

Il disegno di legge è composto da 160 articoli che si richiamano al Testo Unico sul turismo. La normativa analizza e in parte ridisegna le 21 tipologie di strutture ricettive esistenti. Tra hotel e campeggi, grazie al nuovo disegno di legge, troverà spazio anche "l'albergo diffuso": una nuova forma di ospitalità nata per favorire nello specifico la scoperta di borghi e angoli rurali montani altrimenti dimenticati o esaltare centri con oltre cinquemila abitanti. In questi casi a fornire ospitalità saranno due o più strutture dislocate nel tessuto urbano facenti capo a un'unica organizzazione ricettiva. Gli altri capisaldi del provvedimento sono la classificazione di tutti gli esercizi dei posti letto dell'extralberghiero e l'utilizzo delle nuove tecnologie che - ha detto Zaia - «assicureranno l'arrivo in tempo reale dei numeri agli operatori, garantendo al sistema turistico un ampio margine di tempo per la programmazione».

Per Venezia il disegno di legge conteneva norme speciali che non hanno mancato di sollevare polemiche in sede di dibattito. La prima prevede la possibilità, per gli alberghi, di aprire proprie dependance non con il vincolo della distanza di almeno 100 metri dalla "casa madre", come previsto per il resto del Veneto, ma consentendo che la dependance possa essere realizzata nel medesimo sestiere.

Un'altra norma prevede la cosiddetta "dimora ospitale di Venezia", una struttura che può arrivare ad avere fino a 18 stanze e che, pur non essendo un albergo, può alloggiare ospiti in un contesto che rievochi il Settecento veneziano, con mobili e allestimenti non necessariamente originali o, come dice il testo, "purché abbia l'obbligo di arredi in stile tradizionale o mobilio d'epoca". Infine in un altro articolo, la legge parifica l'attività ricettiva degli affittacamere alla residenza. Su questi punti il movimento "40xVenezia" ha avviato una raccolta di firme e una distribuzione di cartoline per fermare il rischio di una "deriva alberghiera" della città e di una maxisanatoria su tutti gli affittacamere e le dependance esistenti. La legge, tuttavia, conferisce al Comune responsabilità e competenza su permessi, autorizzazioni e controlli.