Il Gazzettino 24 marzo 2006

«Non è vero che l'ospedale nasce sotto tutela»

L’assessore regionale alla Sanità Flavio Tosi difende la scelta di costruire l’area vasta di Cardiochirurgia

 

"Non cambia nulla. Assolutamente nulla. Non si toccano i primariati, non si toccano le prestazioni" - dice l'assessore regionale alla Sanità, Flavio Tosi, a proposito di Cardiochirurgia. Tosi ha messo nero su bianco una delibera regionale con la quale chiede che per cardiochirurgia si passi alla cosiddetta area vasta. Vuol dire in sostanza che si fanno tre raggruppamenti di reparti e li si fa coordinare da un capocentro. Nel caso di Mestre sarà Treviso - secondo l'ipotesi di Tosi - a coordinare le cardiochirurgie di Mestre e Belluno. E a Mestre è scoppiato già il putiferio. Gli ottimisti dicono che è solo un modo per accontentare Lia Sartori, la potentissima padrona di Forza Italia, che ha chiesto un posto al sole per il professor Carlo Valfrè, suo amico personale. Il quale, dunque, si limiterà ad incassare il premio e amen. I pessimisti invece ricordano che a suo tempo Valfrè cercò di mettere il cappello su Mestre e dovette ritirarlo perchè l'allora direttore generale dell'Ulss, Carlo Crepas, gli tagliò la consulenza e chi s'è visto s'è visto. Dunque, Valfrè si vendicherà di Mestre. Quel che è certo è che il nuovo ospedale di Mestre rischia di nascere "sotto tutela", come succursale di Treviso, che avrà avuto anche i quarti di nobiltà, ma ormai non è più l'Ulss di un tempo. Flavio Tosi butta acqua sul fuoco. "Parliamo solo di coordinamento e coordinare non vuol affatto dire comandare. Non facciamo confusione - spiega Tosi - Noi partiamo da un dato di fatto scientifico e cioè che l'Organizzazione mondiale della sanità fissa ad 1 milione mezzo il bacino di utenti per una cardiochiruirgia. Nel Veneto siamo a 800 mila, praticamente metà. Dunque la tendenza alla razionalizzazione porta a dire che è possibile fare dei risparmi senza toccare le prestazioni che vengono erogate ai cittadini. E questo è il punto sul quale non si discute: non tocchiamo nulla. Semplicemente puntiamo a mettere in rete gli ospedali. Gli ospedali di eccellenza devono collaborare tra loro, questa è l'idea dell'area vasta".Resta il fatto che si fanno tre capireparto nel Veneto o coordinatori come vogliamo chiamarli, uno a padova, uno a Verona e l'altro a Treviso. Perchè un giorno si punta ad avere solo tre primariati, no?

"Sì, ma un giorno, quando andranno in pensione i primari. Non domani mattina".Però, intanto, ve la prendete solo con Cardiochirurgia a Mestre.

"Guardi che quella delibera su cardiochirurgia contiene anche altre cose, ad esempio la razionalizzazione sui doppioni negli ospedali. Mi spiego. Castelfranco e Montebelluna come Dolo e Mirano, Este e Monselice, Villafranca e Bussolengo, hanno "reparti doppione". Noi chiediamo che un reparto dei due ospedali lavori sulle 24 ore e l'altro reparto sulle 12 ore. E' una razionalizzazione. Niente di più. Ed escludiamo ovviamente i reparti di base e cioè pediatria, ginecologia e ostetricia, ortopedia nella parte traumatologica, chirurgia, medicina e Pronto soccorso. Tutti gli altri reparti possono lavorare su 24 o su 12 ore. Non mi sembra una follia. Eliminiamo man mano i doppioni e quindi i doppi primariati".Ma perchè il coordinamento va Treviso e non Mestre? Nel momento in cui si fa questo balzo in avanti con il nuovo ospedale...

"Appunto. E nessuno tocca niente a Mestre. Questo nuovo sarà un ospedale d'eccellenza e io non ho dubbi che avrà non solo tecnologia d'eccellenza, ma anche personale d'eccellenza. Del resto la sanità veneta è la migliore d'Italia e non è mai intenzione abbassare gli standard".

Ma già così le liste di attesa sono mostruosamente lunghe. Un anno a Treviso e 4 mesi a Mestre per una operazione cardiochirurgica.

"L'area vasta serve proprio a questo, ad eliminare le code".

Maurizio Dianese