Spirto di Dio

                                                                              

                                                                                   Spirto di Dio, ch’essendo il mondo infante,

Tanto sull’onde il pie’ posar vi piacque,

Fate liete quest’acque,

Dove la nostra fe’ più salda e pura

Di pietà e di valor con prove tante

Dei secoli nel corso intatta dura,

E stendesi regnante,

Da mare a mar la Veneta fortuna

Fin ch’ecclissi fatal tolga la luna.

 

 

«Spirto di Dio» è un piacevole madrigale settecentesco scritto dal N.H. Zaccaria Vallaresso, che musicava un mottetto di Antonio Lotti composto per allietare la festa della Sensa.

La composizione doveva fungere da accompagnamento ufficiale dell’ Andada de el Doxe con il Bucintoro, la nave di rappresentanza della Veneta Serenissima Repubblica, da palazzo ducale alla chiesa di San Nicolò al Lido.

In quella mattinata domenicale di maggio, la tradizione voleva che i musici presenti a bordo eseguissero questa melodia davanti al doge, al patriarca, alle altre autorità presenti e agli ambasciatori stranieri.

Le parole del poeta nobiluomo hanno un grande significato. Raccontano come lo Spirito Divino posasse i piedi sulle acque della Laguna rendendo la nostra Fede religiosa la più salda e pura, temprata dalle durissime prove sostenute nel corso dei secoli: quindi la Veneta Fortuna durerà finché un’eclissi fatale elimini la luna, ovvero: la Veneta Nazione trionferà fino alla fine dei tempi, fino a quando esisteranno cielo e Terra, sole e luna.

 

 

 

 

 

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Sergio Piovesan